Fine della corsa per la gloriosa Luxury, che esaurisce la sua missione di dispensare ottima musica. L’ultima uscita dell’etichetta di Göteborg è quella degli Agent blà¥, che accentuano maggiormente il lato oscuro e cupo del marchio post-punk, senza invece puntare sul lato più fragoroso o incalzante.

Cure e Joy Division sono i nomi tutelari di questo sound, con la magnifica “Something Borrowed” (decisamente il brano più bello dell’intero lavoro) che pure nella melodia ha un richiamo fortissimo a Ian Curtis e compagni (anche se poi sappiamo che la canzone in questione, non vi sveliamo il titolo, fu il primo singolo dei New Order). Il pezzo dimostra un tocco perfettamente equilibrato e una suggestione poetica che fa venire in mente anche gli Smiths. Altrove questa magia non si ripete e i brani scorrono via senza sussulti, purtroppo: formalmente impeccabili, ma con una carenza di personalità  che accentua anche una scrittura piuttosto scolastica, che guarda con grande rispetto ai modelli elencati, ma non brilla per particolari spunti melodici.

Altra perla, in realtà , è il singolo “Child’s Play” che già  metteva in luce il nuovo atteggiamento, più morbido, della band.

Disco senza infamia e senza lode. Diciamo tranquillamente che, nel genere, siamo piuttosto lontani dall’intensità  e dalle sensazioni travolgenti che provocano, ad esempio, i Desperate Journalist.