Si intitola “Sleeping Giants” il debutto solista di David Ellefson, co-fondatore e bassista di lunga data dei Megadeth. Questo non più giovanissimo virtuoso delle quattro corde ha bisogno di ben poche presentazioni: insieme a Dave Mustaine, ha scritto alcune tra le pagine più belle e memorabili del thrash metal anni ottanta. Il suo contributo su grandi classici quali “Peace Sells… But Who’s Buying?” e “Rust In Peace” è stato determinante per l’evoluzione dell’intero genere, soprattutto per quanto riguarda il versante più tecnico e progressivo.

Con un curriculum di tale livello, un po’ di sana voglia di celebrare sè stessi ci può stare: ecco quindi arrivare l’autobiografia More Life With Deth e il suo rispettivo accompagnamento musicale ““ “Sleeping Giants”, per l’appunto. Più che un vero e proprio album, quindi, una specie di allegato: una raccolta di inediti, collaborazioni e demo che accompagnano il racconto della vita e della carriera di Ellefson. Un’aggiunta che, a doverla dire tutta, ha un che di superfluo: queste diciotto tracce, infatti, non rendono giustizia al talento dell’autore.

I brani nuovi di zecca, cantati in maniera davvero poco convincente da un uomo che di mestiere fa il manager –   Thom Hazaert, un clone abbastanza malriuscito di Phil Anselmo ““ sono un monumento alla mediocrità . A renderli leggermente più interessanti, gli ospiti chiamati a salvare il salvabile: nella title track, per quanto assurdo possa sembrare, ci sono strofe rappate da Daryl “DMC” McDaniels dei Run DMC; le chitarre in “Hammer (Comes Down)” (al microfono, Eric “A.K.” Knutson dei Flotsam and Jetsam) sono di Chris Poland (ex Megadeth) e Mark Tremonti (Alter Bridge), due autentici fuoriclasse dello strumento.

Tralasciando l’orrendo remix in salsa house di “Vultures” realizzato da Kristian Nairn, l’attore nordirlandese noto per aver interpretato il personaggio di Hodor in Game Of Thrones, il resto di “Sleeping Giants” è costituito da demo abbastanza vecchiotte: quella più interessante, intitolata “If You Were God”, risale al 1993 e vede alla voce niente po’ po’ di meno che John Bush (già  membro di Armored Saint e Anthrax).

Le altre sono state registrate insieme agli F5, dimenticatissima band alt metal formata da David Ellefson nel 2003, e al cantante David Glen Eisley. Oltre a poter vantare un passato da attore (qualche credit in serie TV del calibro di Settimo Cielo e Beverly Hills 90210), Eisley viene ricordato perlopiù per aver militato tra le fila dei Giuffria. E si sente: i cinque brani che vedono la sua partecipazione rappresentano un’occasione più unica che rara per ascoltare il bassista dei Megadeth prestare le sue quattro corde a un AOR vecchia maniera, degno di una colonna sonora alla Rocky IV. Se siete puristi del thrash metal, lasciate perdere: non svegliate i “giganti” che dormono.

Photo Credit: Melody Myers