Beh, questa proprio non ce la saremmo mai aspettata. Dopo 20 anni ci ritroviamo fra le mani un nuovo album a nome Madder Rose e la cosa ci fa davvero piacere. Avevamo ottimi ricordi della band di New York, formatasi nel lontano 1991 e guidata dal duo Mary Lorson (voce) e Billy Cote’ (chitarra) e quindi sapere che il nome è ancora vivo, beh, ci da non poca gioia e soddisfazione, sopratutto perchè il nuovo album si dimostra davvero piacevole e interessante.

Il loro ultimo disco era stato “Hello June Fool” del 1999, ma nel nostro cuore rimane forte la magia emanata dall’ indie-rock di “Bring It Down” (1993) con quella “Swim” che ci lasciava senza fiato. Era un disco vivo, chitarristico e accattivante nel quale i ritmi pimpanti e le frequenze disturbate sapevano incrociarsi in modo davvero empatico. Variegato e piacevolissimo era anche “Panic On” (1994), con i toni che sapevano farsi più delicati. Si faceva valere sia sul versante indie-pop ma anche con ricercatezze più spigolose che nonostante tutto non impedirono alla band di trovare consensi anche in un pubblico radio friendly.
In questo nuovo album i toni sono bassi, morbidi e avvolgenti. Non è oscuro il paesaggio evocato dai Madder Rose del 2019, ma è decisamente arrotondato e gentile, come se con il passare del tempo la band di New York avesse deciso di mostrarsi più pacata e capace di osservare il contesto in modo rilassato e dolce. Ne sono limpidi esempi le melodie delicate di “Hang Around Awhile” o “Bye Love”. Rimane una capacità  evocativa innata alla band, basti sentire la title track “To Be Beautiful” per percepire come questa grazia non si sia affatto disciolta nel tempo: una sublimazioe quasi in salsa appena più pop di un mood alla Mazzy Star, che possiamo anche ritrovare in “City Lights”. Un brano magnifico.

Splendida anche la chiusura di “GirlGhost3”, suggestiva al massimo e sostenuta come da un vento che ci accompagna, che poi si eclissa per lasciarci alla quiete.

Bentornati!!!