L’abbiamo iniziata a seguire qualche mese fa, l’abbiamo vista crescere man mano che realizzava un nuovo brano, l’abbiamo intervistata, qualche giorno fa l’abbiamo anche vista dal vivo a Londra e finalmente ieri è arrivato il giorno del suo atteso esordio sulla lunga distanza: stiamo parlando ovviamente di Ella O’Connor Williams, nativa di Boston, ma ““ come da lei stesso raccontatoci – per metà  italiana (da parte della mamma), che ha pubblicato questo suo “I Was Born Swimming” via Full Time Hobby.

Per questo suo lavoro, registrato al Rear Book Room Studio di New York City, Squirrel Flower si è avvalsa di un ottimo collaboratore come il produttore Gabe Wax, già  al lavoro in passato con brillanti musicisti quali Adrienne Lenker, Palehound e Cass McCombs, oltre che del supporto di una sezione ritmica.

L’inizio con “I-80”, un brano autobiografico, parte calmo, per poi crescere in maniera saggia grazie anche all’aiuto di un drumming molto determinato, ma si contraddistingue soprattutto per l’intensa emotività  che la splendida voce di Ella riesce a trasmettere, spargendo un senso poetico nella sua musica.

Indie-rock di grande classe il suo primo singolo, “Red Shoulder”, che con le sue ottime chitarre fuzzy e la sua grande sensibilità  ci ricorda molto da vicino la bravissima e altrettanto giovane Lucy Dacus, per cui la Williams ha aperto negli anni scorsi: la passione dei suoi vocals è assolutamente toccante e ci regala sensazioni clamorose, pensando poi che la musicista del Massachusetts ha solo ventitre anni.

Non vogliamo fare una recensione elencatoria, ma sono davvero tanti i pezzi, tra i dodici presenti su “I Was Born Swimming”, che meritano di essere citati a cominciare da “Headlights”: il suo ritmo leggero e quel meraviglioso riverbero aiutano a creare un’atmosfera di quelle che fanno venire i brividi. Gli altri meriti ovviamente sono dei vocals della Williams, che sanno navigare perfettamente attraverso i panorami sonori che la ragazza di Boston costruisce con la sua sei corde.

Una delle nostre preferite è la cortissima “Honey, Oh Honey” (meno di 75″): dolce, country, ma con alcune pennellate di fuzz che la portano verso un mondo indie-rock dalle tinte melodiche.

La bellissima “Home” è senza dubbio un altro degli highlights di questo debutto sulla lunga distanza: calma, riflessiva, malinconica, non forza mai il ritmo, ma è capace di portare calore e sentimenti.

Potenza indie-rock, chitarre fuzzy, ma anche vocals intensi e una grande forza emotiva per il recentissimo singolo “Streetlight Blues”, pure questo uno dei nostri preferiti.

Trentacinque minuti che si lasciano ascoltare con tanta attenzione e ci affascinano non solo per le qualità  vocali e artistiche di Squirrel Flower, ma anche per la sua grande capacità  di aggiungere un malinconico, elegante e per nulla scontato senso di poesia alle sue composizioni: il tempo è tutto dalla sua parte e il futuro dell’indie-rock al femminile statunitense, quantomeno secondo il nostro modesto parere, è destinato a passare anche da lei.