I DASP sono una band (in realtà  il progetto fa riferimento a Domenico Palopoli) che non teme l’indie italiano, pur facendone parte (in un certo senso) e pur senza discostarvisi più di tanto, per certi punti di vista. Il sound è un melting pot di intenzioni e di poca curanza (che ci sta, per carità ), forti, decisi, pronti per dire la propria e lanciarsi dal trampolino più alto che ci possa essere, per poi schiantarsi in un mare di cose dette e non dette.

La band ha di certo una gran voglia d’esprimersi e di suonare in una non “conventional way” e lo si apprezza (e pure tanto), anche se gli angoli da smussare restano tanti. Ogni brano ha il suo potenziale, l’open track, ad esempio, strappa un sorriso ed ha un quid in più che è da lodare.

Il disco in questione “L’indiependente italiano” è un collettivo di brani che segue una logica prettamente pop rock: se lo considerassimo un pugno in faccia potremmo dire che non fra molto male, ma rappresenta comunque una bella manifestazione d’intenti ed uno scatto in avanti notevole per una band che, molto probabilmente, ha ancora molta gavetta da fare.

In conclusione il lavoro va bene e raggiunge la sufficienza, ma il progetto deve spingersi più avanti per mostrare quelle capacità , quella personalità  e quella voglia che i ragazzi hanno sicuramente dentro.

Un valido “buona la prima” ed un cammino ancora lungo, in cui la sperimentazione dovrà  sicuramente rappresentare un punto di partenza principale per i futuri DASP che, siamo certi, raggiungeranno una maturità  artistica non indifferente, per poter prendere a calci l’indie e tutte le sue forme più gettonate ed inflazionate.   Sono ben consapevole che quello che importa veramente, alla fine, è fare comunque ciò che piace, musicalmente parlando, quindi avanti tutta, ma ricordiamoci pure che ci si aspetta tanto da giovani musicisti come i DASP, perchè siamo sicuri che un bel cambiamento possa essere alle porte.

Photo Credit: Natalino Stasi