I Clap Your Hands Say Yeah li conosciamo sin dal loro primo omonimo album, uscito nell’ormai lontano 2005: nel frattempo la band di Philadelphia ha pubblicato altri quattro album, si è presa una pausa a tempo indeterminato ed è ritornata, mentre quattro dei suoi cinque componenti originali hanno abbandonato il progetto, lasciando il solo Alec Ounsworth al timone della barca.

Dopo quattro anni di silenzio il gruppo statunitense è ritornato con questo nuovo LP, realizzato coraggiosamente in mezzo a una pandemia mondiale attraverso la sua etichetta, la CYHSY.

Scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Ounsworth, “New Fragility” è stato mixato da John Agnello (Sonic Youth, Dinosaur Jr., Kurt Vile) e masterizzato da Greg Calbi (Lou Reed, John Lennon, Bruce Springsteen), due che hanno un curriculum decisamente pesante.

Ispirato da David Foster Wallace, il disco, seppur con estrema dolcezza e serenità , riesce a trattare di temi come divorzio, depressione e il momento tremendo che tutti stiamo vivendo.

Il disco si apre con il singolo “Hesitating Nation” che, nonostante parli dell’attuale e triste situazione che stanno vivendo gli Stati Uniti, riesce ““ grazie a un’anima comunque sempre pulsante ““ a trovare luce e i paragoni tornano proprio verso il loro primo LP, con melodie molto gradevoli e la voce di Alec sincera e piena di passione.

“Innocent Weight”, nonostante la malinconia difficile da nascondere, mostra altre emozioni e non ci lascia indifferenti con i suoi ottimi arrangiamenti di archi, che impreziosiscono i sentimenti descritti da Ounsworth.

Mentre “Mirror Song” è una di quelle bellissime ballate al piano che mette il cuore in grande evidenza, nella toccante “Where They Perform Miracles”, insieme alla chitarra acustica, ritroviamo un’armonica che ci trasporta verso territori folk.

Dolorosa, ma incredibilmente bella, la conclusiva “If I Were More Like Jesus” è un altro brano al piano, ma dai toni lo-fi e, per la sua struggente sincerità , ci ricorda il primo Perfume Genius.

Un disco indie-rock onesto e valido, questo “New Fragility” mette in luce la delicatezza della specie umana in un momento così difficile come quello che purtroppo l’intero mondo sta vivendo: un meritato applauso ad Alec che ancora una volta riesce a costruire qualcosa di melodico e positivo per consolarci almeno per quaranta minuti.