Cosa c’è dentro di noi? O, più precisamente, chi si nasconde dentro di noi, divertendosi alle nostre spalle e nutrendosi ““ in silenzio ““ delle nostre stesse emozioni? Le armonie dei New Candys, in equilibrio tra le atmosfere accattivanti di un sogno e quelle torbide, disordinate e sofferte di un incubo, guardano in profondità , assorbono le nostre tristezze, le nostre pulsioni più rabbiose, gli istinti più spregevoli, in modo da ripulire il cielo interiore dalle nubi della quotidianità  e consentire all’io, più autentico e più spensierato, di ritornare in superficie.

Si tratta di una sorta di eterno fanciullo junghiano, coraggioso ed affascinante, che spinge la band italiana a mescolare le trame più elettriche, vibranti e riflessive, quelle impregnate di sonorità  psichedeliche e shoegaze, con l’imprevedibilità , la leggerezza e la spregiudicatezza delle ritmiche più ballabili ed elettroniche. Un flusso sintetico il cui obiettivo è quello di bilanciare ed alleggerire i passaggi più meditativi, spigolosi e maggiormente connessi alla realtà , alle passate esperienze, a tutto ciò che è andato storto e che tentiamo di dimenticare. Il rischio, però, è quello di trasformarsi nel fanciullo leopardiano, il quale rifiuta completamente la drammaticità  della cruda realtà , se ne distacca per sempre e si rifugia solamente nelle proprie illusioni: “we keep forgetting what we want“, ma se non riusciremo a comprendere, accettare e superare le nostre colpe, difficilmente usciremo dalla prigione mentale nella quale ci siamo rifugiati e rischieremo così di ammalarci ed impazzire.

Le chitarre, intanto, si fanno più massicce e più irriverenti e sfrontate, la batteria diviene incalzante e le energie più selvagge e primordiali prendono il sopravvento, spronandoci, ancora una volta, a ricominciare; questo, infatti, è l’unico modo che abbiamo per sentirci vivi, per non permettere al senso di vuoto di dominare le nostre giornate e per sfamare la nostra anima, la quale continua, imperterrita, a chiederci altro amore, altra passione, altra dedizione, altra compagnia, altre distanze da colmare, altro tempo da impegnare, altra musica, altre narrazioni elettroniche, altri smaniosi riverberi, persino altre domande ed altri errori da commettere, accettare e superare, in un loop eterno di fine e rinascita che è, in fondo, la vita.