Il loro quinto LP, “Plum”, era uscito appena nell’agosto 2020, ma i Widowspeak sono già  tornati con il suo successore, pubblicato come al solito da Captured Tracks.

Il duo, che nel frattempo è tornato a vivere nella Grande Mela, ha registrato il suo nuovo lavoro al Diamon Mine Studio insieme a Homer Steinweiss, produttore associato della Daptone Records, mentre Chris Coady (Beach House, Marissa Nadler, Yuck) si è occupato del mixing.

Il disco viene introdotto da alcuni inaspettati fiati ““ flauti? – che sembrano voler quasi ipnotizzare l’ascoltatore: una volta entrata anche la voce di Molly Hamilton, insieme al resto della strumentazione, veniamo condotti in un mondo da sogno delicato e leggero in cui la melodia la fa da padrona, dove però trovano spazio anche alcune schitarrate più potenti.

Poco dopo anche “Salt” non puo’ fare a meno di quei toni dreamy che così bene caratterizzano la musica dei Widowspeak: insieme a essi, però, ci sono anche influenze country-folk, una deliziosa chitarrina jangly e un gentile sapore cinematografico per un mix davvero gradevole per le nostre orecchie.

“Unwind”, invece, è descritta soprattutto attraverso l’uso di un piano senza tempo e di saltellanti percussioni, oltre ovviamente all’immancabile sei corde di Robert Earl Thomas: la qualità  dei vocals, dolci e rilassati, della Hamilton nel frattempo rimane sempre impeccabile, tra il poetico e il magico.

L’atmosfera soft di “The Drive” sembra perfetta per un pigro pomeriggio estivo al mare: anche qui ci sono influenze country e sensazioni cinematografiche, ma alla fine del brano si uniscono anche chitarre dai toni psichedelici, che fanno cambiare direzione alla musica del duo statunitense.

Altrettanto tranquilla anche la conclusiva “Sleeper” di stampo indie-pop, che ci porta indietro nel tempo di alcune decadi con la splendida e morbida voce di Molly, che nel corso degli anni è già  stata giustamente paragonata più volte a quella di Hope Sandoval dei Mazzy Star.

Senza intraprendere strade difficili o particolamente innovative, con questo loro sesto album i Widowspeak riescono però a regalarci una quarantina di minuti di pura magia melodica, che ci incanta e ci lascia la possibilità  sognare mondi fantastici.

Photo Credit: Tonje Thilesen