Little Simz, nome tra i più in vista nella recente scena rap/rnb UK e autrice dell’ottimo disco “Sometimes I Might Be Introvert” (2001), ha annunciato l’annullamento del suo prossimo tour degli States motivando la scelta con l’impossibilità  per un artista indipendente di affrontare l’enorme sforzo economico che una serie di date oltre oceano comporta.

Sul suo profilo social l’artista scrive:
Ehi ragazzi, a causa di circostanze impreviste non ho avuto altra scelta che riprogrammare il mio tour negli Stati Uniti. Prendo sul serio i miei spettacoli dal vivo e vorrei solo darvi nient’altro che il meglio di me. Essendo un artista indipendente, pago di tasca mia tutto ciò che comprende le mie esibizioni dal vivo e un tour di un mese negli Stati Uniti mi lascerebbe in un enorme deficit.

Per quanto questo mi addolori non vedervi in questo momento, semplicemente non sono in grado di sottopormi a quello stress mentale. è importante per me dire la verità  su tutto questo ed essere onesta. Apprezzo l’amore e l’eccitazione che avete per vedermi dal vivo. Vi assicuro che sarò lì presto, tornerò più grande e migliore.

E conclude:
Per ora sto creando e lavorando su un’arte di cui sono così entusiasta. Musica ovviamente ma anche altre cose; tutto livellando a quote maggiori. Un messaggio a tutti gli artisti e creativi, conosci il tuo valore e mantieni le tue armi. Vi amo tutti.

Le difficoltà , quasi esclusivamente economiche, per artisti indipendenti di affrontare un lungo tour soprattutto negli States erano state recentemente denunciate anche dai Wednesday band indie americana con un discreto seguito in patria.

Invitati a suonare al recente SXSW il quintetto di Asheville, North Carolina, aveva pubblicato sul proprio profilo twitter la completa lista delle spese che avrebbero dovuto affrontare per quella prestigiosa apparizione live e ovviamente il saldo che ne emergeva era dolorosamente in negativo.

Messaggi di solidarietà  di altri artisti e band (DIIV, Squirrel Flower) si sono succeduti nei giorni successivi…

Credit Foto: Theirnewreligion, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons