Che vi devo dire, io Rebecca la seguo dai primi passi come Marsali e di lei ho parlato più e più volte nei miei bollettini del venerdì.

Timbro morbido e capace di farsi espressivo fino a raggiungere la bocca dello stomaco, penna che cuce ma non prima di aver “tagliato” in profondità  le alcove più recondite dell’anima dell’autrice, produzione che sposa alla perfezione la delicatezza di una proposta che sa farsi tenace (come lei stessa definisce Marsali) senza mai perdere di garbo, eleganza, gentilezza: la cantautrice pescarese è stata una delle più belle scoperte del mio 2021/22.

“Bouganville” è in effetti il nome più adatto per un giardino di fiori bellissimi, che portano il nome di ognuna delle cinque canzoni di Marsali, tracce indelebili di un esordio da scoprire, apprezzare e incoraggiare. Come si dovrebbe fare con tutte le cose belle.

Ciao Rebecca, benvenuta sulle colonne di IFB. Noi ormai ti conosciamo da tempo, e più volte ho avuto modo di raccontare di te ai nostri lettori, attraverso le colonne del bollettino del venerdì. Ecco, quanto ti senti cambiata dall’inizio di questo percorso? Com’era Marsali all’esordio, e come si sente oggi che ha chiuso questo primo, importante capitolo della propria vita artistica?
Ciao redazione di IFB! E’ stato un bel percorso, io ho acquisito delle consapevolezze e ho lasciato delle paure inutili per strada. Oggi mi sento orgogliosa di questo disco ma sono già  proiettata in tutto quello che ancora voglio fare, da cosa nasce cosa no?

Anche a me, come a te, piace giocare con le reminiscenze. Ricordi la prima canzone scritta?
Wow che viaggione spiacevole nel passato ahahah la prima canzone risale a circa 10 anni fa, la scrissi per un amore adolescenziale non corrisposto e adesso se ci penso provo una gran tenerezza.

Nel tuo disco, si confondono odori, suoni e immagini diverse: la tua sembra essere una scrittura a suo modo “sinestetica”, che vuol colpire innanzitutto i sensi. Ecco, allora ti chiedo: quali sono gli elementi costitutivi, o che tu ritieni tali, del progetto “Marsali”?
Sono felice che dalla mia musica possa trasparire la volontà  di dare concretezza ai suoni facendoli diventare storie ed elementi della vita di tutti i giorni. Quando abbiamo scritto questo Ep il mio motto è stato “scrivere canzoni da toccare” avendo come complici tutti e 5 i sensi. Uno degli elementi principali di questo progetto, che è anche presente nel mio nome, è il mare. Ho cercato di mettere un po’ di mare in tutti i pezzi.

Nei tuoi brani, sembra emergere una poetica ben precisa che chiamerei, con non poche assonanze pascoliane, “delle piccole cose”. Piccoli eventi che affondano le radici nella quotidianità  ma che puntano a cristallizzare per sempre la bellezza dell’istante: ecco, ti chiedo allora di raccontarci cosa significa, per Marsali, “quotidianità ” e quali sono le cose che contraddistinguono le giornate di Rebecca.
“Il ricordo è poesia e la poesia non è se non ricordo”. Adoravo Pascoli al Liceo e forse la sua poetica ha ispirato inconsciamente anche questo mio primo disco. Per Marsali la “quotidianità ” con i suoi alti e bassi è un promemoria continuo di godere del presente e della bellezza che si cela negli angoli e nelle ombre delle cose. I protagonisti costanti delle mie giornate sono: musica, cibo e qualche abbraccio.

Continuiamo con le domande essenziali, ed esistenziali: una qualità  che Rebecca invidia a Marsali, e viceversa.
Difficile questa eh!
Allora vediamo, ci provo”…
Rebecca invidia a Marsali la sua tenacia.
Marsali invidia a Rebecca la sua speranza.

Senti, noi il disco lo abbiamo ascoltato e ci è piaciuto eccome. Ma quali sono le cose che a te è più piaciuto fare e sperimentare, nel corso della produzione di “Bougainville”?
Beh la figata più grande per me è stata vivere l’evoluzione di queste canzoni in studio con il mio produttore, Nicola Marotta, cercando meticolosamente i suoni che più potessero rappresentare quello che avevamo scritto nei testi e nei testi l’autenticità  di emozioni che potessero appartenere a tutti.

Salutiamoci con un augurio: quello che vuoi, basta che in qualche modo racconti anche un po’ di te, e del tuo modo di vedere il mondo.
Il mio augurio è quello di riuscire a proteggere la bellezza, quella che non chiede nulla in cambio.