L’uragano Black Midi si abbatte sulla Santeria per questa tappa milanese finalmente andata a buon fine dopo la cancellazione di quella dello scorso dicembre (per una volta non per il covid dato che in quel periodo si stava suonando).

Inglesi dediti ad un math rock, free jazz, noise punk senza confini, hanno catturato, fin da subito, l’attenzione della critica più attenta ma di pari passo anche un sempre più crescente numero di estimatori, tant’è che la data di stasera è rigorosamente sold out.

Figli in qualche modo di tutto quello che li ha preceduti, Van Der Graaf Generator per esempio dai lontani 70 hanno fatto scuola, ma più che altro è con i fratelli maggiori Battles che condividono l’approccio caotico e avanguardista in forma canzone, hanno svoltato, discograficamente parlando, con l’arrivo in Rough Trade nel 2019 e la pubblicazione dei primi singoli e via dicendo i due dischi disponibili al momento, “Schlagrnheim” del 2019 appunto e “Cavalcade” del 2021, con un plebiscito a livello internazionale che li ha resi nome di cartello e immancabile nei festival estivi.

Dogma Black Midi, vulcanici di per se e ancora, in qualche modo, in fase di scrittura perenne, è farcire lo show di altrettanti inediti che poi rimbalzano sul tubo sotto forma di video live.

Gli stessi inediti che faranno parte del nuovo album in uscita in estate, appena annunciato, di fatto un disco che i fan conoscono già .

Quindi unreleased tracks mescolate ai pezzi del repertorio, in realtà  scelta che non ho mai capito e condiviso, perchè evitare brani già  pubblicati tradizionalmente preferendone altri non ancora nemmeno registrati o comunque, tolto il singolo licenziato proprio in questi giorni, ancora canzoni da bootleg cellularesco.

Paragonandoli nuovamente ai Battles, che rimangono i capoclasse di questo revival math rock, i Black Midi hanno una scrittura o songwriting, se cosi si può definire, meno rotondo e efficace, diciamo meno pop, più sperimentazione con poco spazio all’orecchiabilita’. La loro forza nei lavori editi finora rimane il saper regolamentare una sorta di caos appunto rendendolo calcolato, quanto abbastanza accessibile anche per orecchie non troppo allenate al genere.

Andando con ordine aprono la serata un duo che si fa chiamare semplicemente O., sono pura avanguardia free form con una lei alla batteria, bravissima, grande fantasia, precisione e tecnica e un lui al sax, fanno un set di una mezz’ora abbondante, divertono, si divertono e catturano applausi sinceri.

Subito dopo Black Midi on stage con qualche minuto di ritardo, attaccano con la tripla rasoiata “953” e “Speedway” e “Welcome to hell” (l nuovo singolo che anticipa appunto il terzo album).

In realtà  la teoria degli inediti, di cui ho parlato sopra, decade immediatamente perchè regna talmente il caos che potrebbero fare tutte cover a caso, che probabilmente non ce ne renderemmo conto, cinque musicisti che improvvisano o seguono una retta via, non è così chiaro, i volumi sono folli (mi ricordo un qualcosa di analogo ad un concerto dei My Bloody Valentine), a saperlo prima, mi sarei dotato sicuramente di tappi, da sotto il palco era praticamente impossibile resistere, in “zona mixer” si avvertiva un barlume di normalità , ma non contento ho fatto ulteriori venti passi indietro, la quiete arrivava soprattutto nei momenti (pochissimi) più acustici, una sorta di manna dal cielo per le orecchie insanguinate, poi di nuovo nel girone dell’inferno, ma il più basso immaginabile.

Più che un concerto, trattasi di un’esperienza, da prendere in blocco, una sorta di frullatore, che per un’ora ti butta di qua e di là . Assurdi veri.