Chi non avesse visto la prima stagione di questa divertente e, per l’appunto, anarchica sit com svedese, può recuperarla davvero in un attimo, visto che si tratta di otto episodi di una mezzoretta ciascuno.
Ne vale sicuramente la pena, perchè sia la prima che la seconda stagione di “Love & Anarchy” si fanno guardare con gran piacere, strappano grasse risate con situazioni e dissacrazioni al limite della logica e talvolta emozionano pure. Insomma una roba sicuramente leggera, ma mai scontata.

Ma veniamo alla stagione appena conclusa.

Se questa volta la love story non troppo politically correct tra Sofie e Max mostra un po’ la corda, così come il gioco delle parti che conducono sul posto di lavoro (che comunque regala qualche gran risata anche questa volta), la serie affonda i suoi colpi più riusciti grazie ad un migliore utilizzo dei comprimari. I vari impiegati della casa editrice più strampalata di Svezia assurgono in questa nuova stagione a veri e propri protagonisti di intriganti storyline. che vengono dedicate quasi a ciascuno di essi. In particolare Friedrich e Denise tengono banco grazie ai loro caratteri speculari e al menage a troi da premio Nobel (mi si perdoni il mezzo spoiler) in cui si trovano coinvolti.

Viene dato anche tanto spazio al lutto irrisolto del padre di Sofie. Se quest’aspetto non funziona troppo come fattore emozionale, lo fa sicuramente come propellente di situazioni comiche al limite del reale, che sono da sempre il punto di forza delle gag più riuscite della serie.

Così come nella prima stagione non mancano scene belle piccanti, ma questa volta Ida Engvoll (Sofie) è più parca in termini di nudi frontali in piscina.