C’è la mano di Steven Ansell dei Blood Red Shoes in questo nuovo EP dei CIEL che stanno sempre di più lavorando su personalità  e nell’affinare il loro sound. Abrasivi e spigolosi, incalzanti, pulsanti e aggressivi non disdegnano belle sberle in faccia, ma è come se avessero sempre li pronta la medicina, capace di contrastare le ferite e le botte: ecco quindi che i synth che lavorano ai fianchi, le ritmiche post-punk e le chitarre rabbiose, tra noise e shoegaze hanno sempre quella voce di Michelle che è li a mitigare i toni, a rendere tutto più dolce e la cosa funziona alla perfezione.

A me, a tratti, fanno venire in mente dei Garbage che hanno deciso di guardare con grande devozione allo shoegaze di scuola UK, senza dimenticare gente come i Pixies, tanto per fare un nome grosso e la cosa non è affatto un male. Adoro i particolari, quel rimando quasi ai MBV in “Baby Don’t You Know”, le sciabolate chitarristiche in “Fine Everything”, il grunge di “Far Away” che si muove in un mondo quasi cibernetico e poi l’ipnotica title track che andando avanti nel minutaggio si fa più stratificata e ricca.

Grande band, poco da dire!

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