Io, per Beatrice, ho una cotta artistica che non accenna a recedere sin dal primo ascolto della musica dell’artista originaria di Civitavecchia, che solo qualche mese fa ha esordito sulla scena nazionale con un disco che ha sollevato il plauso e l’interesse di pubblico e addetti al settore, confermandomi nel cuore l’idea che, di lì a poco, non sarei più stato certamente l’unico ad essere innamorato di Beatrice Pucci e del suo personalissimo modo di vivere, attraversare e costruire la propria idea di canzone.

“Le colline dell’argento” aveva già  aperto uno spioncino grosso come un portone sull’estetica e sull’etica di un progetto fatto per resistere all’usura dei venti, al mutare delle mode; nelle tracce rarefatte e minimali del disco di debutto della Pucci sembravano essere già  germogliate alcune sicurezze che pare non abbiano affatto abbandonato lo stile di Beatrice e che, anzi, se vogliamo in “Nero” – l’ultimo brano pubblicato dalla cantautrice, sempre da totale indipendente – si siano “amplificate”, e potenziate perchè illuminate da nuova luce.

Quella stessa luce che, a detta dell’artista, pare necessiti di una buone dose d’ombra per conoscere l’estensione dei propri confini, la sagoma del proprio profilo: uno spunto di riflessione esistenziale, oltrechè artistico-musicale, che di certo non potevamo perdere l’occasione di approfondire con una bella chiacchierata con Beatrice stessa.

Beatrice, è un piacere poterti ritrovare qui sulle colonne di Indie For Bunnies. Ci siamo lasciati, qualche mese, parlando di “Le colline dell’argento”: ora che è passato qualche mese, mi piacerebbe ritornare su quelle sensazioni, per raccontare ai nostri lettori “Nero”, il tuo nuovo singolo. Attraverso la lente del ricordo, cosa vedi, oggi, se guardi indietro? Quanto e in cosa è cambiata Beatrice Pucci dai suoi primi passi, e quanto invece continua a “rimanere la stessa”?
Il piacere è mio di riparlare con voi a distanza di qualche mese. Se ripenso all’ep lo percepisco ancora abbastanza vicino, infatti il singolo che esce oggi non è qualcosa di scollegato, anzi, penso che potrà  assumere anche un maggiore senso in futuro.
In “Nero” c’è l’idea di transito, di percorrere salite, camminare nel bosco e poi prendersi del tempo per riposare in un momento “vuoto”.
E quindi ho pensato fosse perfetto tra il progetto delle “Colline dell’argento” e il progetto che viene dopo, che è un progetto futuro.

Mi piacerebbe poter sapere qualcosa di più su di te: ogni tuo brano si sviluppa nel “segreto delle tue stanze”, perchè come ormai sappiamo sei solita lavorare in autonomia ai tuoi progetti. Ecco, ci racconti cosa succede, una volta che entri nel tuo mondo? E mi piacerebbe anche sapere quali siano le cose fondamentali che costituiscono questo tuo mondo creativo”… Che siano “oggetti” fisici, tangibili, o “valori” di riferimento.
Quando entro nel mio “mondo” o nelle mie “stanze” altro non faccio che chiedermi quale musica mi piacerebbe ascoltare o quale pensiero ha colto il mio interesse durante il giorno. Non si tratta di una cosa fatta per gli altri ma per me. Magari sì, è vero, ci sono artisti che si mettono a pensare a cosa si dice adesso nel mondo per mettersi a fare una canzone inerente a determinati argomenti per avere una presa immediata sugli altri, ma non penso che questo metodo porti lontano a lungo andare, perchè poi la gente dopo un po’ se ne accorge che si tratta di un trucco.
Penso che è l’artista che deve prendere dal proprio mondo interiore e poi restituire. Questo è proprio quello che cerco dalla musica come ascoltatrice e non solo come persone che fa anche musica. Non ci sono oggetti particolari a cui sono legata, più che altro mi sento legata al luogo in cui vivo, me ne accorgo quando mi sposto anche se per poco tempo.

Nonostante il titolo del brano, che sembra alludere a profondità  abissali e recondite, “Nero” trovo sia illuminato da una luce tutta sua, che lo rende a suo modo meno “crepuscolare” rispetto al precedente disco. E in qualche modo, sembra che in “Nero” tu faccia riferimento all’idea che il buio serva eccome, proprio per poter dare ancor più potenza all’epifania della luce. Ecco, tutto questo perchè vorrei che ci raccontassi qualcosa di più su “Nero”, il tuo nuovo singolo.
Proprio così, penso che il brano vada, tra le altre cose, a parlare anche di questo, di come ci sia un equilibrio perfetto tra attimi di buio e attimi di luce e tra chi resta e chi parte. E se si riesce a vedere come utili anche i momenti no si crea una quiete rassicurante.

Quali sono le paure che maggiormente ti assillano? Esistono dei pensieri dai quali non riesci a scappare, che ti tormentano da sempre? E ti chiedo anche se hai una frase, un mantra che sei solita ripeterti quando la forza sembra sul punto di abbandonarti”…
Come paura principale c’è l’idea di sprecare tempo o comunque di non aver saputo gestire bene il tempo che avevo a disposizione, ma poi mi rendo conto che è una paura infondata perchè con questa paura non ci si godrebbe più il presente e quindi a quel punto davvero il tempo si rovinerebbe. Questo si ricollega anche alla questione di avere un mantra, per me è semplicemente ricordarmi che stiamo facendo del nostro meglio in questo dato momento con le informazioni e competenze che abbiamo, tutto il resto penso siano paranoie a cui non serve dare troppe attenzioni.

La tua scrittura, a modo suo, sembra possedere una forza identitaria capace di rendere fin da subito riconoscibile la tua penna: mi viene da chiederti se pensi di aver avuto dei riferimenti “letterari”, oltre che musicali, nella formazione della tua identità  aurorale.
Sì, mi piace la letteratura, sicuramente la letteratura americana è una delle mie preferite. Henry Miller e Anais Nin. Poi mi piacciono le biografie sulle vite degli artisti e pittori. In quanto a poesie c’è davvero un mondo, ora mi viene in mente Emily Dickinson e Ossi di Seppia di Montale.

Beatrice, grazie per questa bella chiacchierata. A noi non resta che aspettare altre tue notizie, e nel frattempo divorarci quanto di meraviglioso riusciamo a trovare di tuo sui social e sulle piattaforme; hai voglia di darci qualche anticipazione sul tuo futuro?
Sì, per ora non si dice niente sul futuro, poi si vedrà ! Grazie a voi per le vostre domande.