Sebbene non si tratti proprio di una seconda stagione, perchè “The White Lotus” è una serie antologica, la presenza di un personaggio in comune tra le due stagioni, la fantasticamente svampita Tanya McQuoid (Jennifer Coolidge ha giusto vinto il Golden Globe per questa sua interpretazione e andatevi a vedere il meraviglioso discorso di ringraziamento, un carnale schiaffo in faccia all’austerità  meetooina d’ordinanza di questi giorni), mi fa venire da considerarla tale.

Formula vincente non si cambia (troppo), lo sanno bene in casa HBO e così ci ritroviamo nuovamente a seguire i pernottamenti lunghi una settimana di tre gruppi di persone presso un resort di extra lusso della catena immaginaria The White Lotus. Dopo le Hawaii della prima stagione, questa volta tocca alla nostrana Taormina fare da sfondo alle vicende.

Teste di moro e dipinti arcigni saranno quindi i testimoni impassibili di trame criminose, gelosie, tradimenti e poi ritorni di fiamma e riconciliazioni. Al centro delle vicende, al solito comiche il più scorrettamente possibile, questa volta troveremo la succitata Tanya e il suo matrimonio in crisi, un trio composto da nonno padre e nipote in Sicilia per rimettersi in contatto con le proprie origini italiane e poi due giovane coppie di ricchissimi in carriera.
La storyline di Tanya troverà  il suo compimento grazie ad una sceneggiatura che fa davvero i fuochi d’artificio, ma non vi voglio dire proprio nulla, le due coppie ci faranno riflettere su cosa sia più insopportabile tra ipocrisia e totale strafottenza, mentre invece i tre italo-americani dimostreranno l’ereditarietà  dell’adulterio.

Fanno da anello di congiunzione tra gli ospiti la simpatica consierge Valentina (una bravissima Sabrina Impacciatore) e un duo di prostitute locali (Simona Tabasco e Beatrice Grannò).

Al solito la sceneggiatura di Mike White e dei suoi showrunner è arguta e non manca mai di sbugiardare l’ipocrisia dietro al politically correct di facciata dei nostri giorni, lo fa però molto sottilmente, senza bisogno di sbandierarlo troppo. Questo aspetto è soltanto l’ulteriore condimento di uno script che intrattiene dal primo all’ultimo episodio puntando su improbabili intrighi e comicità .

Oltre alle già  citate Impacciatore e Coolidge, segnalo due incredibili maschietti: il nonno F. Murray Abraham e Michael Imperioli, l’indimenticabile Christopher Moltisanti dei Soprano.