Lascia un po’ di amaro in bocca questo debutto solista di Ville Valo, cantante finlandese che i più ricorderanno per i trascorsi alla guida degli ormai defunti HIM.

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Cinque anni dopo la fine del gruppo che lo ha reso celebre nel mondo, il bel tenebroso di Helsinki torna in pista con un progetto nuovo di zecca chiamato VV (ovvero le iniziali dei suoi nome e cognome) e un album in larga parte concepito durante il lockdown del 2020, periodo in cui tra l’altro era stato pubblicato un EP contenente tre tracce (“Gothica Fennica Vol. 1”) che oggi ritroviamo qui a far compagnia ad altri nove brani.

Il disco non si allontana quasi per nulla dalle sonorità  classiche degli HIM, con una grande attenzione per le atmosfere romantiche e le melodie dolci, malinconiche e appiccicose che colano come melassa su un pop rock radiofonico ben confezionato ma quasi per nulla avvincente.

Ville Valo è un professionista navigato, un bravo autore e ha una voce bella e riconoscibilissima: un mix tra sensualità  e oscurità  che, all’epoca di “Razorblade Romance” e “Deep Shadows And Brilliant Highlights”, intrigò in maniera particolare il pubblico femminile. Oggi però i suoi sforzi per trovare il punto di intersezione ideale tra hard rock e post-punk (lui stesso ha parlato di un incrocio tra Ozzy Osbourne e Robert Smith per descrivere questo lavoro) suonano alquanto vani.

Si perdono in un disco apprezzabile per molti aspetti ma in linea di massima un po’ piatto, dai toni sintetici, troppo ripetitivo e soprattutto totalmente privo di quegli elementi gotici e metal che nella musica degli HIM erano presenti.

è la noia a farla da padrona in “Neon Noir”, un album di tanta forma e poca sostanza che, seppur pieno zeppo di canzoni orecchiabili, non include alcun potenziale “singolone” degno di nota. A inizio millennio il sapore dolciastro di “Right Here In My Arms”, “Join Me In Death”, “Pretending” e “The Funeral Of Hearts” non dava noia, anzi. In questo 2023 appena iniziato, invece, la melensaggine pop di “Run Away From The Sun”, “Baby Lacrimarium” e “Loveletting” infastidisce.

Ma non tutto è da buttare. Sul versante romantico si muovono bene la title track, “Echolocate Your Love”, “Salute The Sanguine” e “Saturnine Saturnalia”, dove le chitarre elettriche sono più incisive e Ville Valo seduce con la sua caratteristica voce profonda da crooner dark. Non male anche “The Foreverlost” e “In Trenodia”, dove l’ex frontman degli HIM prova a sorprendere gli ascoltatori con timide citazioni post-punk e dream pop.

Nel complesso però “Neon Noir” non convince: un disco di scarsa consistenza prodotto con tanto mestiere e poca ispirazione. Caro Valo, dov’è il cuore? Questo lavoro suona come la versione annacquata della tua vecchia band.