I Woods sono arrivati a quota dodici album con questo “Perennial”, pubblicato a tre anni di distanza dall’uscita di “Strange To Explain“: la band di NYC, che il prossimo anno festeggerà i venti anni di attività, ha iniziato a scriverlo prima a casa del frontman Jeremy Earl a NYC e poi in California con l’Oceano Pacifico davanti ai propri occhi.

Credit: John Andrews

Composto da undici canzoni, di cui quattro strumentali, questo nuovo full-length dei Woods è stato registrato per la maggior parte alla Panoramic House di Stinson Beach, California, dal multistrumentalista Jarvis Taveniere, che si è occupato anche del mixing e, insieme proprio a Earl, della produzione.

Il disco si apre con la prima traccia strumentale, “The Shed”, che non nasconde quella sua rilassatezza: non ci sono solo la chitarra e il piano, ma anche eccellenti fiati e, nella sua seconda parte, percussioni jazz dai sapori africani che aggiungono ulteriore eleganza al brano.

Nella successiva “Between The Past” il mellotron lascia un segno importante, ma si respirano anche influenze orientaleggianti, mentre gli arrangiamenti di grande valore sembrano volerci portare con la memoria verso i favolosi anni ’60: un incredibile e raffinato tocco di nostalgia che tanto ci piace.

“Another Side” si trasferisce su territori psych-folk dai toni rumorosi e pulsanti, una lunga jam ipnotizzante di oltre sei minuti; la sensazione di relax torna anche in “The Wind Again”, altra strumentale, in cui la pedal-steel e il vibrafono costruiscono qualcosa che definire magico è ancora poco secondo la nostra opinione, trasportandoci verso un mondo sognante e ricco di delicate melodie.

Con “Little Black Flowers”, invece, troviamo la perfezione pop: anche qui si fa un nostalgico tuffo verso il passato, ma la gentilezza dei suoi toni e lo splendido suono dell’autoharp ce ne fanno perdutamente innamorare.

Un altro album molto interessante che, senza pretendere di essere digerito al primo ascolto, ci mostra ancora una volta le qualità e l’infinito flusso di creatività dei Woods e ci regala tre quarti d’ora di purezza e di delizia.