Robert Wetzlmayr, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Sabato sera di metà ottobre: ci troviamo al Covo Club di Bologna per la seconda delle due date italiane dei Cari Cari.

Il duo psych-rock austriaco, composto da Stephanie Widmer (voce, batteria, tastiere, didgeridoo) e Alexander Koeck (voce, chitarra) e oggi accompagnato da un batterista, presenta il suo secondo LP, “Welcome To Kookoo Island”, uscito a settembre dello scorso anno via Perla Nera Records.

Quello di oggi è l’ultimo concerto del loro tour europeo e parecchi fan da Austria e Germania sono scesi fino in Emilia-Romagna per supportare la loro band preferita: il Covo, infatti, oggi è decisamente pieno, seppur non sold-out, e in sala si sente parlare molto il tedesco.

E’ “Mazuka” ad aprire la serata: inizialmente dai toni cinematografici, il brano poi esplode e trova una potenza psichedelica, tantissima adrenalina e melodie comunque gentili, finendo poi in continua crescita.

Subito dopo ecco “Anaana”, title-track del loro debut album datato 2018: mentre Stephanie suona il didgeridoo, la canzone prende una piega tribale piena di energia con ritmi ipnotici ed esaltanti, mentre la sala della storica venue di viale Zagabria inizia a ballare.

“Nothing’s Older Than Yesterday” ha vocals suadenti e un inizio decisamente calmo, ma poi esce con decisione la chitarra di Alexander e il pubblico risponde con sentiti handclapping all’energia che la band viennese gli sta regalando.

Koeck spiega poi come siano sempre stati fan di Quentin Tarantino, mentre introduce “Dear Mr Tarantino”, estratta dal loro primo EP “Amerippindunkler” (2014): pur mantenendo un tocco cinematografico, il brano gode però di una totale follia psichedelica che non puà che esaltare i numerosi fan presenti stasera al Covo Club.

“Belo Horizonte”, invece, vede Stephanie al basso e ha un gusto tropicale piacevole quanto rilassato (ottime le percussioni), che si trasforma in qualcosa di romantico nel finale della canzone, mentre l’eccitante “Jelly Jelly” nulla ha da invidiare a gruppi come i Tame Impala con quelle sue sensazioni dancey che vanno perfettamente a baciarsi con elementi psichedelici e con quei suoi ritmi incalzanti.

Il vecchio singolo “Mapache” chiude il mainset: inizialmente dall’atmosfera sinistra e cinematografica, diventa poi ipnotica con percussioni galoppanti, chitarre decise, folli grida e un coro esaltante.

C’è ancora spazio per un encore di due canzoni prima che la serata si concluda: i Cari Cari ci hanno meravigliato con un live decisamente energico e a tratti trascinante che ha saputo conquistare non solo i fan austriaci, scesi apposta per loro a Bologna, ma anche il pubblico emiliano.