Sono passati 50 anni dalla sua uscita ed è per questo che Antonio Bacciocchi, esperto del fenomeno Mod, celebra “Quadrophenia” degli Who con un libro, un saggio dal titolo “Quadrophenia. Gli Who e la storia del disco e del film che hanno definito un genere”.

Pubblicato da Edizioni Interno4, il lavoro di Bacciocchi ripercorre il disco composto interamente da Pete Townshend e lo fa soffermandosi con audacia e fermezza, tipico di chi come lui conosce bene certi argomenti. Il risultato di tale professionalità fa si che il libro si legga con estrema facilità, anche se i temi che si vanno ad affrontare in realtà non sono affatto semplici. Così come “Tommy”, anche “Quadrophenia” è un concept album con i suoi protagonisti, la sua storia e i suoi punti di riflessione. Siamo in Inghilterra e Jimmy è un giovane Mod infelice, squinternato e svitato. Molto più semplicemente, il protagonista della seconda rock opera degli Who, è in cura a causa del suo bipolarismo e giorno dopo giorno si ritrova a lottare per la scoperta di se stesso.

Il bipolarismo di Jimmy nella visione di Pete Townshend non basta come concetto ed è per questo motivo che la sua opera prende il nome di “Quadrophenia”. Non due, ma quattro personalità all’interno dello stesso essere umano. Jimmy è smarrito, chi lo ha in cura sembra non comprenderlo, sua madre non lo sostiene e anche la sfera amorosa non va per niente bene. Il mondo a cui sente di appartenere, quello dei mods, sembra anch’esso scivolargli via dalle mani. Come più volte Bacciocchi sottolinea, il numero quattro non si ferma alle avversità del protagonista del concept album. Quattro infatti sono anche gli Who e i sentimenti che emergono in “Quadrophenia” sono le caratteristiche che permettono ad ogni membro del gruppo di poter esprimere la propria natura. Ognuno nella band è in qualche modo turbato e sotto la follia che accomuna tutti, viene fuori il buono, il romantico, il cattivo e così via.

Per quanto “Quadrophenia” sia il progetto solista di Townshend, la band non solo suonerà l’intero album, ma sarà concettualmente ed emotivamente protagonista. Affrontando canzone dopo canzone, Antonio Bacciocchi mette in luce la capacità di Townshend di trasformare la sfera emotiva in storia, una storia che poi diventa un’ opera. Il disco, che il noto compositore avrebbe voluto incidere con la tecnica del suono quadrifonico, è stato pubblicato in stereo nell’ Ottobre del 1973 con in allegato un bookleet fotografico in grado di raccontare al meglio la storia di Jimmy e il suo contesto in modo che tutti potessero comprendere al meglio le intenzioni e le atmosfere. Il libro di Bacciocchi perciò narra le gesta a tutto tondo di un’ opera che tanto appassiona ancora oggi l’ascoltatore.

Sentire “Quadrophenia” obbliga il porsi delle domande. Cosa fare quando si perde tutto? Cosa fa Jimmy quando va a Brighton? Ha davvero senso andare alla ricerca di qualcosa che si sa già di aver perso? Chi ascolta l’album si scontra con la disillusione una marea di volte eppure c’è qualcosa che da le coordinate per capire dove ci si trova. Il suono del mare, i rumori della città e della vita di Jimmy tra un brano e l’altro: non ci si perde nonostante il clima di disorientamento costante.

In “Quadrophenia. Gli Who e la storia del disco e del film che hanno definito un genere” non mancano poi le pagine dedicate al film di Frank Roddam uscito nel 1979, momento in cui l’album degli Who assume un impatto visivo molto forte. E poi ancora, l’autore del libro raccoglie e ci mostra le recensioni della rock opera, elaborando un focus preciso e stimolante sull’eredità di “Quadrophenia”.

Chiunque divori, nell’ascolto e nella visione “Quadrophenia”, si ritroverà nell’ambiguità del finale. Come lo stesso compositore ha dichiarato, dovrà essere l’ascoltatore a leggere ciò che vorrà leggere. Quel che sembra certo è che con “Love, Reign o’er Me” , Jimmy e Pete Townshend si fondono in un unica persona pronta ad affrontare un viaggio spirituale, non ci troviamo più davanti ad più vittima ma ad un eroe. Davanti al mare ogni rumore, ogni interferenza sparisce per lasciare spazio a qualcosa di più grande, una passione espressa magistralmente dalla voce di Roger Daltrey con il suo urlo liberatorio.

Leggere il libro di Antonio Bacciocchi ci da la possibilità di esser presi per mano in un viaggio musicale e filosofico, ricco di immagini e sensazioni che a distanza di 50 anni sono in grado di destabilizzarci quanto di ritrovarci ogni volta che ci sentiamo persi.

Editore: Edizioni Interno4
Autore: Antonio Bacciocchi
Lingua: Inglese
Pagine: 160 pagine
ISBN 10: 8885747809
ISBN 13: 978-8885747807