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Il loro disco d’esordio, “Limine” (da noi recensito appena un mesetto fa), maramaldeggia tra i consensi – di pubblico e di critica – come se fosse l’opera terza di una band ben più scafata.

Si tratta, infatti, di un album dal respiro internazionale in cui delle melodie piuttosto accattivanti s’intrecciano – sorprendentemente – con alcune sonorità che non sfigurerebbero nelle charts d’oltreoceano.

Alessandra Guidotti (cantante), Andrea Cascini (polistrumentista) ed Emanuele Fusaro (batterista) – questi i nomi dei tre componenti dei Macadamia – sanno decisamente il fatto loro in quanto ad inni dream-rock ed a ballate indie-pop da cantare a squarciagola durante un concerto della band, così come si evince chiaramente dall’intervista che gli abbiamo realizzato.  

Ciao ragazzi. Lasciatemi dire che è un vero piacere poter chiacchierare con voi. La prima domanda non può non riguardare gli ottimi feedback che sta ricevendo il vostro disco d’esordio, “Limine”. Ve l’aspettavate?
Il piacere è nostro! 🙂 In realtà nessuno di noi tre si era posto il problema delle aspettative, forse le abbiamo lasciate a casa ormai da tempo. Certamente prima dell’uscita avevamo un po’ di quella sana pauretta, quei dubbietti esistenziali, ma piuttosto che aspettative avevamo in testa tante dolci speranze, soprattutto ci auguravamo che arrivasse il nostro mondo sonoro…e forse un po’ è arrivato! 🙂
Siamo davvero contenti di come sta andando! Abbiamo avuto davvero tantissimi riscontri, anche dall’estero; molti ragazzi ci scrivono e anche chi ci intervista è contento di parlare con noi ..ogni riferimento è puramente casuale ahah!

Era questa la direzione sonora che avevate in mente di seguire, oppure – ad un certo punto – c’è stato una sorta di “switch”? Ve lo chiedo perché, personalmente, sono rimasto molto colpito dall’omogeneità del vostro sound…
Assolutamente convintissimi sin dall’inizio! Questo è il mondo sonoro con cui più ci piace comunicare i nostri stati d’animo, amiamo sinceramente queste sonorità e l’omogeneità non è davvero stata ricercata, era piuttosto la base dei nostri progetti, su quella si è costruto il resto!
Chissà, forse in maniera del tutto naturale ci sarà uno switch con il secondo album…ci stiamo già lavorando e ci stiamo stupendo anche noi di alcune nuove sonorità ed arrangiamenti…

Alcuni passaggi dell’album, tra l’altro, mi sembrano piuttosto personali. Penso a brani quali “Adele”, per esempio.
Esatto! In particolare “Anna” e “Adele” sono brani molto intimi, sia nelle melodie che nei testi. Idee nate ed arrangiate rispettivamente da Andrea e da Emanuele, sono entrambe storie di vita reale accadute ad Alessandra.
In “Anna” parla a sua sorella Annalisa, il testo è venuto da sé, insieme alla melodia, dopo un forte cambiamento di vita.
“Adele” invece è dedicata ad Adele Cappelli, un’amica di famiglia che se ne è andata troppo presto a causa di una brutta malattia; nel testo, nato anche esso piuttosto di getto, è Adele a parlare, e si rivolge a suo marito e a suo figlio. Forse è proprio il brano più intimo dell’album.
Sentiamo di esserci messi davvero in gioco con questi due brani e ne siamo davvero soddisfatti. 

Facendo un passo indietro, invece, com’è nata l’idea di metter su una band? Qual è stata la scintilla più preponderante?
È nata da Emanuele ed Andrea, si sono conosciuti su “villaggio musicale”, un sito per musicisti, e si sono trovati! L’anno dopo è entrata Ale, conosciuta nello stesso forum, e piano piano è nato il progetto.
La nostra scintilla è stata Emilio Gallo in realtà, il nostro attuale manager ed il primo ad aver creduto in noi. Emilio e Andrea erano amici di vecchia data ed un giorno, per avere un parere artistico, Andrea gli girò alcune bozze. Emilio ascoltando le nostre demo rimase piacevolmente sorpreso, soprattutto per il sound e la voce di Ale. Ci ha quindi proposto di darci una mano, e così è stato!! È stato sia scintilla che benzina perché con lui sono arrivati Sangita records, Sputnik Group, Alta Fonte, Conza e da poco anche Altini Cose, tutte persone che credono ed investono energie nel nostro progetto, questo è il nostro motore, ci spinge a dare il meglio di noi!
Ad oggi, ci sono nuove scintille che si uniscono alle altre: tutti i feedback ricevuti, i primi fan, la forte risposta editoriale…Questo interesse ci sta dando una mega carica per i prossimi lavori! Per questo grazie davvero di cuore!

Tornando a “Limine”, in molti hanno associato le vostre sonorità a quelle di Kevin Parker (Tame Impala). Io ci aggiungerei pure tanto cantautorato italiano, sia degli Anni Settanta che dei primi Anni Duemila. Siete d’accordo?
Beh questi che citi sono i nostri principali riferimenti, quindi l’intento era un po’ quello ahah!
Ci ispiriamo molto a sonorità estere Dreamy e Psichedeliche, vedi Tame Impala, Mac DeMarco, Alice Phoebe Lou, UMO, Man I Trust, ecc.. e come hai aggiunto tu anche Lucio Battisti, Lucio Dalla, Franco Battiato, fino ai Verdena, Calcutta, Levante, Colapesce e Di Martino. Tutti hanno influenzato moltissimo il processo.
La musica crea personalità: qualsiasi persona che passa ore ed ore ad ascoltare i propri artisti preferiti poi ne viene irrimediabilmente influenzato! E così è stato per ognuno di noi; è un po’ come se le sonorità in cui ci identifichiamo si siano ormai da tempo insinuate nel nostro DNA! E le nostre 3 identità si sono infine miscelate in Limine.

I miei “highlights” del disco sono due: la già citata “Adele” e “Frutta Fresca”. Quest’ultima, in particolar modo, mi ha colpito per alcuni passaggi del testo che denotano un certo (amaro) sarcasmo di fondo. Penso a versi come “Ghiaccio sotto i denti, meglio stare svegli, a cambiare l’orario dei tuoi sentimenti…”. Di questi tempi, purtroppo, sembrano più attuali che mai…
Si beh, più che sarcasmo, come dici bene, c’è proprio dell’amaro di fondo. “Frutta Fresca” tocca un tema molto importante ed attualissimo che è quello della depressione giovanile. Andrea aveva buttato giù l’idea e scritto la prima strofa, Ale si stava occupando del resto del testo (ognuno di noi ha le proprie mansioni). In quel periodo lei era piuttosto giù di morale per via di una delusione “musico-lavorativa”, per così dire. Proprio in quei giorni, andando a lavoro, dietro l’angolo della pizzeria dove al tempo lavorava, purtroppo, una ragazza di circa 30 anni si era appena buttata giù dalla finestra. Quando finì il turno era ancora lì, per terra… Il trambusto emotivo fu davvero grande e risuonò per mesi, fino a risultare nel testo di “Frutta Fresca”.
In particolare le parole “ghiaccio sotto ai denti” sono un’idea di Andrea, e rappresentano davvero bene la vita a 30 anni (ma anche prima dei trenta…). È un po’ come avere costantemente del ghiaccio tra i denti: il fresco (la maturità, la consapevolezza) è piacevole ma emotivamente, a volte, è davvero durissima da gestire!
E così volevamo solo dire che c’è sempre tempo per cambiare strada, e che è fondamentale guardare le cose da più punti di vista; ogni fallimento potrebbe rivelarsi come una grande opportunità di crescita interiore se sappiamo come affrontarlo, e se non abbiamo direttamente noi le armi per farlo dobbiamo sempre ricordarci che sono molte persone intorno a noi pronte a spalleggiarci!

Quali saranno i vostri prossimi step? Avete già buttato le basi per un eventuale nuovo album?
Oh yes! Abbiamo selezionato tra le varie idee e demo buttate giù negli anni una dozzina di canzoni, adesso stiamo lavorando alla seconda canzone 🙂
Ci sentiamo più consapevoli delle nostre capacità e della direzione che potremmo prendere coi prossimi lavori. È veramente bello accorgersi di questa evoluzione, e speriamo piaccia anche al nostro pubblico (..torniamo alle dolci speranze!).
Come sempre i primi a rimanerne stupiti saremo noi perchè non ci saranno schemi definiti.
Per il resto un altro aspetto importantissimo che stiamo curando molto è lo spettacolo live. È il prossimo step! Come già accennato abbiamo da poco iniziato una collaborazione con l’agenzia di Booking “Altini Cose” e non vediamo l’ora di metterci alla prova, di crescere e di creare nuove belle connessioni!

Ringraziandovi per la bella chiacchierata, ne approfitto per un’ultima domanda: se doveste descrivere la musica dei Macadamia a chi ancora non vi si è approcciato in maniera approfondita, come la definireste?
Avete presente i suoni alla Tame Impala, Mac DeMarco? Insomma il dream rock psichedelico? Ecco, prendete quel mondo sonoro lì e fondetelo a cantautorato ed indie Italiano! Un sound un po’ fuori dalla comune discografia dello Stivale che ci auguriamo possa presto stravolgere la partita ahaha!

È stato un super piacere Francesco! Un abbraccio grande ai lettori di Indie For Bunnies!