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James Walsh è nato a Wigan nel 1980: noto soprattutto come frontman e chitarrista degli Starsailor, con cui ha già realizzato cinque LP (il sesto, “Where The Wild Things Grow” arriverà il prossimo 22 marzo), il musicista britannico ha pubblicato anche sei album solisti, il più recente dei quali, “Coming Good”, è uscito lo scorso gennaio.

L’inglese arriva in Italia proprio stasera per la prima delle sue quattro date in solo a supporto appunto del suo nuovo lavoro: sarà l’occasione per ascoltare, oltre alle sue canzoni soliste, anche qualche vecchio pezzo della sua band principale.

Oggi ci troviamo al Freakout Club di Bologna: il pubblico, pur non particolarmente numeroso, sembra comunque piuttosto affezionato alla musica di James e degli Starsailor e lo accoglie in maniera calorosa.

Sono le dieci e un quarto precise quando il musicista nativo di Wigan si presenta sul palco della venue di via Zago, aprendo proprio con un brano della sua band principale, “Good Souls”: sebbene, come per tutti gli ottanta minuti del suo set, sia accompagnato solamente dalla sua chitarra acustica, i vocals di Walsh dimostrano tutta la sua passione ed è davvero emozionante riascoltare questo pezzo dopo tanti anni.

Poco dopo “The Way Ahead”, una delle poche canzoni dai suoi lavori solisti presente in setlist stasera, pur minimalista e dai toni piuttosto tranquilli, risulta morbida e cerca comunque di sprigionare un po’ di ottimismo.

“Fever”, altro brano pescato dalla discografia degli Starsailor, gronda di passione e di intensità motiva, sebbene sia comunque malinconica, ma allo stesso tempo fiduciosa.

La successiva “Sweet December”, proveniente dal suo progetto solista, è una “seasonal song” e, grazie ai suoi ottimi arpeggi, riesce a costruire con grande gentilezza un’atmosfera soft e magica che sembra appunto perfetta per questo periodo dell’anno.

“Poor Misguided Fool”, sempre della sua band principale, scatena il primo handclapping da parte del pubblico emiliano, che canta insieme a lui, mentre “Overdue”, estratto proprio da “Coming Good”, ci mostra l’animo più romantico e intimo di James.

Non possiamo che emozionarci nuovamente ascoltando “In My Life”, cover dei Beatles (uno dei gruppi preferiti di Walsh) da “Rubber Soul”, mentre “Alcoholic”, pur dolorosa e cupa, ottiene comunque un altro ottimo riscontro da parte dei fan bolognesi.

Il mainset non poteva che terminare con “Four To The Floor”, un altro splendido ricordo dalla carriera degli Starsailor, tanto che il musicista inglese a un certo punto decide di fermarsi, lasciando cantare i presenti, sostenuti solo dai loro handclapping e riprendendo tutto con il suo telefono (potete vedere il risultato sulla sua pagina Instagram).

Non manca ovviamente anche un encore che parte con “Silence Is Easy”, un vero trionfo anche in questa versione acustica, che scatena comunque emozioni indelebili nella mente di tutti i presenti.

Subito dopo ecco anche una sua versione “Have Yourself A Merry Little Christmas”, delicata e deliziosa per portarci verso il Natale nel migliore dei modi.

Dopo che James è uscito, il pubblico chiede ancora una canzone e il musicista di Wigan risponde ancora una volta presente e propone “Born Again”, altro brano degli Starsailor, regalando le ultime sensazioni positive di questa bella serata.

Davvero un bel concerto in cui Walsh ha dimostrato che la sua voce è ancora eccellente e, in un’ora e venti, ha saputo ben combinare i suoi brani solisti con tanti altri della sua band principale, donandoci un tuffo nel passato pop e melodico dai toni gentili e piacevolissimi.