Quando ho ascoltato per la prima volta “Worn Out Buildings” – Dio benedica BBC Radio 6 – mi son subito chiesto chi diavolo fossero ‘sti 86TVs. Voglio dire, il nome della band era figo, il pezzo era dirompente ed il sound era piuttosto “catchy”. Curatissimo, se non altro. Tagliando corto, insomma, con mio grande stupore ho poi scoperto che il pezzo in questione altro non era che il primo assaggio del nuovo progetto di Hugo e Felix White. Sì, proprio loro. I fratelli “Maccabees“.

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E così, a sei mesi da quel primo, folgorante ascolto, eccomi qui a recensire l’extended play d’esordio dei Nostri. Quattro brani decisamente accattivanti e con un piglio che si discosta in maniera netta dalla prima vita musicale dei due “White Bros” (coadiuvati, ad onor del vero, anche dal fratello minore, Will e da Jamie Morrison, batterista dei Noisettes). In principio fu “Worn Out Buildings”, dicevamo. Un brano dannatamente indie-cool che quelli bravi non esiterebbero a definire arioso, scoppiettante, dal tiro dritto. Al netto di un giro di piano che riporta in auge un mood scanzonato in odor di primi Anni Duemila (Magari sbaglio, ma mi è venuto in mente qualcosina dei The Fratellis). Una – per nulla scontata – folgorazione, in pratica (a tal proposito, chi scrive, vi consiglia di andare a ripescare qualche esibizione live, della stessa, sparsa tra i meandri oceanici del “tubo”).

“You Don’t Have To Be Yourself Right Now” – questo il titolo dell’EP – è anche tanto altro, naturalmente. “Higher Love”, per esempio, oltre a rappresentare la controparte complementare – se vogliamo – ed ancor più briosa del primo estratto del progetto, possiede una carica sonora oltremodo esplosiva e gira intorno ad un ritornello iper-contagioso che non lascerà scampo agli angoli musicali più ricettivi della vostra mente e che continuerete a canticchiare nel corso dei secoli.

La seconda parte dell’extended play, invece, è forse quella meno immediata e ridondante ma ben più epica ed introspettiva. “Dreaming”, infatti, è una traccia dall’atmosfera solenne, quasi sacrale, in cui i Nostri provano a rivolgere lo sguardo verso orizzonti più immaginifici e per questo completamente agli antipodi rispetto ai primi due brani del lotto. Mentre “Spinning World”, penultimo pezzo, inizia come una sorta di inno “britpop” per poi concludersi con una squintalata di chitarre pesudo-shoegaze.

Se il buongiorno si vede dal mattino, dunque, attraverso la pubblicazione di “You Don’t Have To Be Yourself Right Now” Gli 86TVs hanno gettato delle basi sorprendentemente solide in vista dell’album (di debutto) che verrà. Sono inevitabilmente cambiati i fratelli White, maturati. Ringalluzziti dalle diverse esperienze vissute al di fuori dei The Maccabees. Il loro è il ritorno di una fenice che non è rinata dalle sue ceneri, ma che si è guardata intorno per cercare delle nuove ali.

E a noi non resta che goderci questo godibilissimo EP prima di vederli spiccare il meritato volo.