Credit: Isaac Watson

Dopo aver pubblicato numerosi singoli arriva finalmente anche per i Big Special l’atteso appuntamento con la prima prova sulla lunga distanza.

Il prossimo 10 maggio, via So Recordings, la band di Birmingham realizzerà il suo debutto full-length, “Postindustrial Hometown Blues“.

Il frontman Joe Hicklin spiega:

“POSTINDUSTRIAL HOMETOWN BLUES” è un album sulla depressione. Parla delle diverse forme che assume: personali, sociali, generazionali… e parla di come ci si trova faccia a faccia con questi fantasmi e di cosa facciamo o come ci sentiamo quando ciò accade.

L’album non offre risposte, è solo l’espressione onesta di un’esperienza della classe operaia nell’Inghilterra moderna attraverso gli occhi di una salute mentale malata, la ricerca dell’arte e il disincanto politico; una storia di ruminazione, realizzazione e reazione.

“POSTINDUSTRIAL HOMETOWN BLUES” parla di come siamo collegati dalle nostre lotte comuni e, sebbene sia cupo e rabbioso, l’album contiene un tranquillo sentimento di amore e speranza. Si tratta di ridere di fronte al vuoto, riconoscere il suo peso opprimente, tenersi per mano e andare avanti.

Ad anticipare l’uscita ecco il nuovo singolo “Dust Off / Start Again”, che potete ascoltare qui sotto.

Sempre Hicklin dice del brano:

“DUST OFF / START AGAIN” è un fulmine di vomito maledetto, vomitato in una pentola di problemi della classe inglese riguardanti la casa, la proprietà, la malattia mentale, l’appropriazione e i diritti umani. Si tratta del disprezzo per l’uomo comune. E di come ci si aspetti che chiunque, indipendentemente dalla sua situazione, vada avanti, lotti e vada a lavorare. Si tratta del modo in cui i privilegiati e i potenti cercano di definire, discutere e giustificare le posizioni sociali di tutti, mentre gli ideali dei nostri sistemi di governo vengono imposti ai giovani della classe operaia, in modo che accettino tranquillamente il loro ruolo di merce e si diano la colpa l’un l’altro, mentre sventolano la bandiera che li tiene a terra.

I vocals di Hicklin sono davvero duri e ci portano verso cupi e severi territori post-punk: le cose si calmano nel ritornello caratterizzato da una bella melodia, che poi lascia di nuovo spazio alla violenza e all’adrenalina e a una strumentazione rumorosa e sempre piuttosto tetra e, verso la fine, a grida incazzate. Interessante ed esaltante!

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