C’è un disco che ha segnato la storia del pop degli anni ‘80 e che ancora oggi si fa ascoltare con grande piacere. Un disco che ha venduto quasi cinque milioni di copie in tutto il mondo, ricevuto molteplici nomination ai Grammy, vinto un Brit Award e raggiunto i vertici delle classifiche USA e UK. Un disco che, seppur caduto nel dimenticatoio, ha dimostrato e continua a dimostrare la grandezza di una band spesso ingiustamente considerata alla stregua di una One Hit Wonder. Sto parlando di “The Raw & The Cooked”, secondo e ultimo album dei Fine Young Cannibals. Un canto del cigno che merita di essere celebrato da noi di Indie For Bunnies e riascoltato da tutti gli amanti della musica britannica nelle sue forme più disparate.

I Fine Young Cannibals nacquero nel 1984 dall’incontro di tre musicisti provenienti da esperienze diverse: il cantante Roland Gift, ex membro dei Akrylykz, una band ska di Hull; il chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele, ex membri dei The Beat, originari di Birmingham. Il loro esordio discografico avvenne poco dopo la formazione, nel 1985, con un album senza titolo che ottenne un successo importante su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ma fu solo con le dieci tracce di “The Raw & The Cooked” che i Fine Young Cannibals raggiunsero livelli davvero altissimi, volando sulle ali di singoli straordinari come “She Drives Me Crazy”, “Good Thing”, “I’m Not The Man I Used To Be” e “Don’t Look Back”.

“The Raw & The Cooked” è un’opera che unisce sonorità del passato, del presente e del futuro in una sintesi perfetta del miglior pop anni ‘80. I Fine Young Cannibals dimostrarono una incredibile capacità di mescolare elementi musicali assai diversi tra loro, come R&B, rock, synth-pop, funk, soul, new wave, dance, e persino alcune impercettibili ombre punk (vedi la cover di “Ever Fallen In Love (With Someone You Shouldn’t’ve)” dei Buzzcocks). Da questo “minestrone” assai saporito prese forma un sound coeso, catchy e stuzzicante, per molti aspetti unico e irripetibile, che si adattava alla perfezione alla voce potente e soulful di Roland Gift, capace di passare da toni dolci a toni aggressivi con disinvoltura.

L’album ha anche un carattere a suo modo sperimentale, che emerge in maniera chiara nonostante l’estrema orecchiabilità di quasi tutti i brani inclusi. I Fine Young Cannibals, infatti, non si limitarono a riproporre i generi musicali che li influenzavano, ma li reinterpretarono in maniera originale e innovativa, usando campionamenti, effetti elettronici, arrangiamenti sofisticati e ritmi incalzanti.

Un altro aspetto che rende “The Raw & The Cooked” un disco memorabile sta nell’attenzione maniacale riservata ai suoni dei singoli strumenti. Un profluvio di fiati, sintetizzatori, chitarre funky e drum machine che esalta il sound denso, profondo ma ballabile del trio. Fu soprattutto la batteria – elettronica o “rinforzata” dagli effetti – ad infondere un tocco moderno e distintivo. Il caso più emblematico è quello del rullante dal riverbero metallico di “She Drives Me Crazy” – la hit più celebre dei Fine Young Cannibals assieme a “Good Thing” – che ha un suono così potente e particolare da essere diventato quasi un’icona dell’epoca a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90.  

“The Raw & The Cooked” rappresenta il cuore di una band che, nonostante l’esistenza assai breve, ha saputo esprimere il suo talento in modo maturo, brillante e originale. Un ponte musicale che unisce gli anni ’60 agli anni ’80 con continui richiami al soul, al funk e alla dance, ingredienti alla base di un crossover pop dal quale tanti sono stati influenzati ma che nessuno è riuscito a copiare. Almeno non avvicinandosi ai livelli dei Fine Young Cannibals, indimenticabili protagonisti di un lavoro che, come dice il titolo, è allo stesso tempo crudo e cotto, ovvero sincero e raffinato, semplice e complesso, immediato e profondo.

Data di pubblicazione: 20 febbraio 1989
Tracce: 10
Lunghezza: 35:49
Etichetta: London Records
Produttori: Fine Young Cannibals, Jerry Harrison, David Z
Tracklist:

She Drives Me Crazy
Good Thing
I’m Not The Man I Used To Be
I’m Not Satisfied
Tell Me What
Don’t Look Back
It’s Ok (It’s Alright)
Don’t Let It Get You Down
As Hard As It Is
Ever Fallen In Love