Un duo incendiario e complementare. Un garage-blues dagli echi internazionali e dal respiro così dannatamente ampio da abbracciare chiunque voglia immergersi nel decadente universo dei The Devils. “Let The World Burn Down”, nuovo album della band italiana, è un lavoro maledettamente cool ed accattivante.

Credit: Jessica Squillante

Merito della brillantezza rock raggiunta nel corso del tempo da Erika Switchblade e Gianni Blacula, ma anche e soprattutto dell’ottimo apporto offerto in fase di produzione (e di masterizzazione) da quel geniaccio di Alain Johannes (Chris Cornell, PJ Harvey, Queens Of The Stone Age). Nelle dieci tracce che vanno a comporre il quarto album dei The Devils, infatti, è proprio il sound a farla da padrone. Tra le altre cose, ça va sans dire.

Nella squintalata di chitarre che danno inizio al brano d’apertura, “Divine Is The Illusion”, per esempio, si denota una sorta di “lucentezza sonora” che ben evidenzia il tappeto di riff su cui gira il pezzo in questione. E cosa dire del ritornello di “Killer’s Kiss”, se non che si tratta di uno dei refrain più smaccatamente catchy del disco? È un lavoro corale, di squadra, quello dei The Devils. Poco da dire.

Certo, qualche rimando ai Queens Of The Stone Age d’annata, continua ad aleggiare nell’aria come una sorta di piccolo temporale estivo, ma si tratta di meri dettagli episodici. Di quisquilie. Nulla che vada ad incidere in maniera molesta o tediosa sulla resa qualitativa di un album che è una cascata di fiamme sulla piattezza ancestrale del mondo. Prendete “Big City Lights”: oltre ad essere la cover ben realizzata di un vecchio classico di Cleo Randle, rappresenta una delle vette raggiunte dai due artisti partenopei in questo “Let The World Burn Down”. E lo stesso discorso, volendo, lo si potrebbe estendere pure all’altro rifacimento presente nell’album, ovvero, “Teddy Boy Boogie” dei Crazy Cavan ‘N’ The Rhythm Rockers, trasformata dai Nostri – per l’occasione – in “Teddy Girl Boogie”.

Nelle due tracce sopraccitate, tra l’altro, la voce di Erika Switchblade è un vulcano blues-rock perennemente in eruzione. Sono delle (rock)star, i The Devils. Altroché. E nella marcia hard-rock di “Roar II” vi è tutto il loro immaginario. Provando a tirare un po’ le somme, dunque, “Let The World Burn Down” non sarà l’album dell’anno, ma è un’opera magnificamente compiuta, dirompente, dove alla solita creatività bruciante dei The Devils, viene affiancata una ricercatezza sonora pressoché impeccabile.

“Horror And Desire” è la degna conclusione di un disco che scorre via in un battibaleno, tra magnetismo epico e liriche sferzanti. Un po’ come se in una sorta di Inferno Dantesco, ignavi e lussuriosi, muniti di chitarra elettrica, improvvisassero delle tiratissime jam-session con Belzebù in persona. Il rock è vivo. I The Devils, bontà loro, ancor di più.