Daniel Boeckner non è certo un nome nuovo perché ha militato e milita ancora oggi in numerose importanti band della scena indie canadese a partire dai Wolf Parade, passando per gli Operators, gli Handsome Furs e i Divine Fits (il suo progetto insieme a Britt Daniel degli Spoon), mentre di recente è stato in tour con gli Arcade Fire nel ruolo di live guitarist.

Credit: Alison Green

Ora per il musicista della British Columbia arriva il suo primo LP solista, appena uscito per la prestigiosa Sub Pop Records di Seattle: il disco, che è stato registrato, prodotto e mixato da Randall Dunn (Bjork, Marissa Nadler, Algiers) al Circular Ruin di NYC e masterizzato da Heba Kadry (Beach House, Slowdive, Alex G, Bjork), vede tra i suoi ospiti Matt Chamberlain (batteria), Jeremy Gaudet dei Kiwi Jr. e Brad Laner dei Medicine (chitarra, arrangiamenti vocali).

Il principale singolo e opening-track “Lose” ci offre un gustoso antipasto di quello che ci aspetta nella prossima mezz’ora abbondante: un bel mix tra veloci chitarre indie-rock ed elementi synth-pop accompagnato da una perfetta melodia che sfocia in un coro praticamente perfetto sotto ogni punto di visto, dove viene messa in mostra sia la malinconia di Dan che la sua urgenza (e non manca nemmeno uno splendido, quanto inaspettato assolo di sax nel finale del pezzo).

“Return To Life” con quei suoi synth e quelle sue atmosfere inizialmente piuttosto cupe ci riporta, invece, a fare un passo indietro verso gli anni ’80 facendoci tornare alla mente una band fenomenale come i Depeche Mode, mentre i vocals di Boeckner risultano tranquilli e riflessivi.

I riff fuzzy di “Dead Tourist” dai toni punk si trasformano in qualcosa di più maestoso ed eccitante con l’aiuto e la potenza dei synth, mentre “Euphoria” prima fa un altro tuffo negli anni ’80, ma in seguito lascia spazio ad adrenaliniche chitarre rock che costruiscono parti melodiche davvero piacevoli e incalzanti.

“Holy Is The Night” chiude questo suo debutto solista con dolcezza e toni riflessivi, aggiungendo un tocco pop alquanto gradito, che dona una sensazione rilassante al brano.

Dan ha senza dubbio costruito un album molto solido, variegato, ricco di idee e spunti e capace di spaziare tra numerosi generi: ancora una volta la sua bravura e la sua classe hanno portato il canadese a disegnare un lavoro davvero interessante e assolutamente da scoprire.