Il concerto dell’addio alle scene degli LCD Soundsystem – il 2 aprile 2011 al Madison Square Garden di NY – è stato prima un evento imperdibile e poi una specie di culto per una grossa fetta della generazione che ha respirato e vissuto di musica nel corso degli anni zero.

E questo perché si è trattato (inconsapevolmente?) di una potente rivendicazione artistica (il perpetrarsi non è davvero una necessità), ed insieme della perfetta chiusura del cerchio: del percorso di una band terrificante, di un decennio in cui si è temuto sul serio che nessuna cosa fosse destinata a durare. In mezzo a tutto questo, James Murphy e la sua banda hanno trovato il modo perfetto per essere ricordati: andarsene in gloria.

Quel concerto – dicevamo – è stato tradotto nel 2012 nel grandioso documentario “Shut Up And Play The Hits”, e in un quintuplo (!) vinile.

Ecco dunque cosa contiene “The Long Goodbye: LCD Soundsytem Live At Madison Square Garden”: quella notte.

Non solo la registrazione, ma l’adrenalina il casino, i famosi palloncini bianchi, il palco affollato, gli Arcade Fire ospiti su “North American Scum” (responsabili di quell’urlo: shut up and play the hits! in risposta al dilungarsi di Murphy nelle presentazioni), i campanacci, il rock&roll, la dance, le dissertazioni degne dei Talking Heads e di David Bowie che si fondono in una incredibile energia dal palco al pubblico e via di ritorno.

Rende bene questo disco: rende l’idea di quanto gli LCD Soundsystem siano stati divertenti – capaci di sbracare come pochi, e contemporaneamente di tenere il passo con il metronomo (molto del merito va a Pat Mahoney) – e di quanto ci abbiano fatto divertire, anche senza andare mai ad un loro live. Che però resta una pecca: perché se questa occasione è certamente eccezionale, è dal vivo, in ogni occasione, che questa band metteva quel qualcosa in più.

Certo qui il merito è anche del mastering analogico e maniacale (diverso da quello del documentario, digitale perché destinato ad una diversa fruizione) opera di Murphy stesso (che credeva di sbrigarsela molto prima, invece tra una cosa e l’altra, artwork compreso..): insomma “The Long Goodbye” è anche una perla per audiofili (pazienti: perché per ascoltare di fila tutti i vinili bisogna mettere le mani sui piatti ben nove volte..).

E poi niente. Niente, via. Undici minuti di “New York I Love You, But You’re Bringing Me Down”, compresa la commossa introduzione e il suono della folla attonita sul finale al rumore bianco, e gli LCD Soundsytem si consacrano all’immaginario collettivo: così li dovevamo ricordare, con questo ronzio emozionale in testa, e così è.

L’articolo, nella sua forma originale, lo trovate su Non Siamo Di Qui, che ringraziamo per la gentile concessione.

Pubblicato: 19 aprile 2014
Genere: dance, punk, elettronica, alternative
Lunghezza: 188 minuti
Label: DFA Warner Bros. Parlophone
Produttore: James Murphy

Tracklist:

Dance Yrself Clean
Drunk Girls
I Can Change
Time To Get Away
Get Innocuous
Daft Punk Is Playing At My House
Too Much Love
All My Friends
Tired / Heart Of The Sunrise (Excerpt)
45:33 Intro
You Can’t Hide (Shame On You)
Sound Of Silver
Out In Space
Ships Talking
Freak Out / Starry Eyes
Us V Them
North American Scum
Bye Bye Bayou
You Wanted A Hit
Tribulations
Movement
Yeah
Someone Great
Losing My Edge
Home
All I Want
Jump Into The Fire
New York, I Love You But You’re Bringing Me Down