Ennesima perla shoegaze che guarda agli anni ’90, ennesima dimostrazione che il genere gode di una salute invidiabile.

I londinesi Velveteen viaggiano altissimi in un mondo di fuzz e distorsioni, ritmi ipnotici, armonie eteree e quelle linee di basso che ti entrano nel petto. Non vi stupite se più di una volta vi capiterà  di vedere comparire il fantasma di Kevin Shields davanti ai vostri occhi, qui la reverenza verso il DIO dello shoegaze è tantissima, ma la band viaggia che è un piacere, anche abbracciando sentiri quasi popedelici e lisergici (la chitarra liquida di “Yours To Enjoy” ci porta altissimi) e non disegnando ritmiche che guardano al post-punk.

Pregevolissimo è il lavoro melodico, che emerge sempre e comunque anche in mezzo al frastuono o al lavoro ritmico spesso davvero coinvolgente: impossibile non citare “Untitled 81” ad esempio con questi tribalismi che vengono esaltati dal noise che ci avvolge, mentre la melodia, nonostante tutto, è limpidissima.

Adorabili quando sono classicamente shoegaze come in “Just Like Autumn”, così come quando strizzano l’occhio al dream-pop in “7th Heaven” o quando la melodia è superbamente pop e il ritmo ci fa muovere il piede, come spesso accade con una band come i Trementina, i Velveteen dimostrano alla perfezione di aver meritano le attenzione della Shelflife Records.

Listen & Follow
Velveteen: Facebook