Lo scorso weekend si è tenuta a Roma una nuova manifestazione “Bauli In Piazza”, 1000 operatori del settore dello spettacolo, cantanti, cantautori, musicisti, attori, uffici stampa, fonici, tecnici, scesi in strada per rivendicare il diritto al lavoro per un settore ‘congelato’ ormai da più di un anno.

Interessante l’intervento di Manuel Agnelli che a margine della manifestazione in un’intervista a La Stampa ha espresso la sua volontà  di non realizzare, a differenza di molti suoi colleghi, concerti ‘ridotti’ in termini di spettatori e quindi inevitabilmente di strumentazione e logistica:
…siamo sempre stati considerati degli intrattenitori, dei giullari. Per la prima volta siamo stati uniti e consapevoli, facendo vedere che siamo in tantissimi, che siamo dei professionisti e che come tali meritiamo di essere trattati. Lo spettacolo è una cosa seria.

e ancora:
è solo un primo passo, anche se importante, perchè iniziano a prenderci seriamente, ma non possiamo dirci soddisfatti. Capisco che si debba andare con prudenza e a piccoli passi, ma i teatri potevano operare in sicurezza meglio dei supermercati già  prima. Nel mondo dei live musicali invece si opera con grande anticipo: non è che se il 26 si riapre, il 30 ci sono dei concerti. I calendari vengono fatti mesi prima, c’è la promozione, l’organizzazione”… E più i nomi sono grossi, più tempo ci vuole. Le restrizioni complicano ancora di più la logistica e se limiti la capienza, vai incontro a un disastro economico. Non voglio fare passere il messaggio che adesso va tutto bene ed è tutto risolto.

Secondo il leader degli Afterhours andare in tour nel 2021 in queste condizioni equivale ad un autentico ‘suicidio commerciale’:
Qualche collega già  la scorsa estate lo ha fatto, ma non è questa la soluzione. Anche chi andrà  in tour nei prossimi mesi farà  una specie di suicidio commerciale. I live hanno costi di produzioni e di realizzazione che sono alti e lavorare in perdita non è una strategia ragionevole. I soldi di un biglietto non sono un latrocinio, ma servono per offrire un prodotto con una certa qualità . Nessuno di noi sceglie di non suonare, sono rinunce. Io già  so che fino all’estate del 2022 non suonerò dal vivo