La carriera solista di Gianluca De Rubertis, che ha fatto parte di quel brillante duo avant pop chiamato Il Genio, continua a regalare album di grande eleganza e “L’Equazione Del Destino” non fa eccezione. Autoprodotto, autofinanziato tramite la piattaforma Produzioni Dal Basso, si muove agilmente tra potenti melodie e profonda introspezione.  

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Dieci brani masterizzati da Matilde Davoli in cui pop e cantautorato s’incontrano in testi ricercati come quelli della canzone che dà il titolo al disco, mondo parallelo dove “se c’è un concerto si può rinunciare a Spotify“. Non è mai stanco di scrutare la vita De Rubertis e di raccontarla nei suoi momenti clou e in quelli delicati, romantici de “Il Concetto di Virtù” delizioso duetto con Dente.

I ricordi, i sogni erotici, l’infanzia evocata ne “Il Pellicano” sono puro pop d’autore, l’arrangiamento arioso de “Il Tragitto di Un Lampo” con Elena Del Bianco alla seconda voce rivela un testo poetico e sferzante. Piano e archi trasportano “L’Intelligenza del Dolore” ballata che fa pensare e riflessive sono anche “Notte Oscura” con la filigrana del pianoforte, l’ottimo arrangiamento di Enrico Gabrielli e “Le Piramidi” altra raffinatezza pop – orchestrale.

L’amara “Sua Discografica Maestà” con chitarre elettriche e sintetizzatori dice molto sul mondo musicale odierno e sulla testa indipendente del polistrumentista pugliese ma milanese d’adozione che in “Eterno Rosso” ospita Camilla dei ROS e omaggia Riccardo Cocciante in una versione di “Era Tutto Già Previsto” filosoficamente adatta a chiudere l’album. De Rubertis ha stile, capacità analitica, ironia che dosa sapientemente in un disco di assoluta maturità.