Nella mia testa, ogni volta che mi trovo di fronte i Dodgy, dal vivo o anche semplicemente con un loro disco, risuona sempre il mantra: ‘Dodgy uguale divertimento’. è così ora e lo è sempre stato. Questi tre eroi hanno appreso in pieno l’arte di non prendersi troppo sul serio, di non fare le star e di lasciare che a vincere sia la musica e le vibrazioni positive che può trasmettere, magari con qualcosa di chimico in circolo. Un gruppo vitale, coinvolgente, con un sorriso sulle labbra da trasmettere a tutti gli ascoltatori.
Impossibile, per il sottoscritto, raccontare tutte le gag che mi fecero Nigel (il cantante) e sopratutto Mathew, il batterista, la sera del loro live a Rimini (metà  agosto 1996) con i Supergrass. Tra le tante mi piace citare Mat che si prese i miei occhiali e si fece tutto il Velvet con quelli addosso mentre io lo rincorrevo, per non parlare di Nigel che ad ogni foto fatta con lui mi diceva che non andava bene e cambiava posa, mettendosi in modi assurdi: questo solo per fermarmi su alcuni momenti. Vederli ballare con tutte le signorine presenti era qualcosa di delizioso. Dal vivo erano stati pazzeschi: una carica clamorosa, vibrante, esplosiva, ai livelli dei Supergrass stessi.

Prendete la vostra macchina del tempo musicale e tornate a venticinque anni fa, al giugno del 1996 quando usciva il terzo album di questo trio inglese, il loro lavoro più venduto, ovvero “Free Peace Sweet”, che arrivò (meritatamente) alla settima posizione nella classifica britannica.   Con i Dodgy il viaggio è assicurato: si prende un bel pulmino, di quelli vecchi della Volkswagen (come un loro storico video ha insegnato), lo si riempie per bene di carburante e poi si pensa al carburante per gli occupanti e, qui, lascio alla vostra immaginazione o ai vostri gusti, certo che una chitarra sicuramente non mancherà . Sole, pioggia, vento o afa la musica saprà  adattarsi a tutto quello incontreremo strada facendo e state tranquilli che la colonna sonora sarà  sempre adeguata. Ma non pensiate che i nostri tre eroi siano solo dei “fricchettoni” in cerca di svago, no, tutt’altro, sanno anche essere attenti e profondi, romantici all’occorrenza e ironici quando serve.

“Free Peace Sweet” è un viaggio di quelli che restano impressi nella memoria, perchè il senso di liberta, le melodie e i ritornelli ci entrano dritti nel cuore prima ancora che nella testa. Brani travolgenti, con quell’energia e quella voglia che caratterizza una corsa dalla spiaggia al primo mare cristallino: tanto per citare “Trust In Time” o la pimpante “Prey For Drinkin”, che uniscono travolgente carica ritmica, corettoni d’antologia, voci che si cercano e si sovrappongono come novelli Beach Boys (“Jack The Lad” su tutte), arrangiamenti micidiali e un gusto rock che parte dagli anni ’60 e va su, con chitarre che non sbagliano mai una melodia e una batteria sferragliante.

“In A Room” è Dodgy al 100%, con l’acustica che parte, l’elettrica che insegue e Mathew che ci da dentro che è un piacere, la solare “Good Enough” dai profumi anni ’70 e i trionfali fiati, per non parlare dei bonghi che ci danno dentro alla grande (micidiali anche in “Ain’t No Longer Asking”), roba da estate purissima e infinita e la deliziosa “Found You” con i suoi cambi di tempo, atmosfere e assolone acido.

Ma, come dicevo prima, nel mondo dei Dodgy si è pronti a tutti, anche alle giornate malinconiche e allora sotto con la meravigliosa e struggente ballata “If You’re Thinking Of Me” con gli archi nel finale che più di una volta mi hanno portato alle lacrime o i saliscendi emotivi di “One Of Those Rivers”, forse il pezzo più epico, con i suoi 8 minuti, una specie di brano folk intimo che poi diventa trionfale, con quel banjo che riempie il suono in modo favoloso e gli archi che si mescolano alle chitarre. Ancora scompiglio emotivo, epicità  e grande climax in “Long Life”, mentre “U.K. R.I.P” ci porta in pista in un club con un ritmo quasi in aria di Madchester.

Che bel disco ragazzi e sapere che venticinque anni i nostri sono ancora li, beh, mi esalta non poco. In conclusione, sempre un piacere riascoltare i Dodgy, qui praticamente al massimo della forma e dell’ispirazione, ancora meglio rispetto al lavoro precedente che già  era stato ottimale.

Che “Free Peace Sweet sia con voi, ora e sempre!

Pubblicazione: 17 giugno 1996
Registrazione: Wessex Sound Studios, Battery Studios, Orinoco Studios
Lunghezza: 64 minuti
Label: A&M
Producttore: Hugh Jones

Tracklist:
1. Intro
2. In a Room
3. Trust in Time
4. You’ve Gotta Look Up
5. If You’re Thinking of Me
6. Good Enough
7. Ain’t No Longer Asking
8. Found You
9. One of Those Rivers
10. Prey for Drinking
11. Jack the Lad
12. Long Life
13. U.K.R.I.P.
14. Homegrown