Non che ce ne fosse bisogno. Non che fosse necessario. Ma urgeva e reclamava. Difficile dargli una spiegazione. Si era oltre la logica, oltre gli Idoli del mercato e del teatro. Cercava flussi e visioni. Mica roba complessa, da dottori o diplomati in conservatorio. No. Era solo questione di poche note in movimento magico tra loro e di un filo di voce per calmare il buio atroce che annerava dentro. Sfamarsi con la nouvelle cuisine è impresa per pochi. Forse per nessuno. Le trattorie sotto casa, invase da odori casalinghi, aglio, cipolle, pancetta che sfrigola, fritture che dorano l’aria, sono il cantuccio caldo dove sprofondare per sentirsi accolti. E per rimpinzarsi a dovere, con tutta la soddisfazione papillare che occorre. Perdersi tra le canzoni di Monta è un po’ come prenotare il solito tavolo, quello che fa angolo, con la tua visuale, la cucina lì in fondo, le scale sulla destra, con quel triangolo di sole che si spande meticoloso.

Tobias Khun, ex leader dei Miles, disciolto gruppo power rock teutonico, direttamente da Monaco di Baviera, cucina undici piatti, poco sperimentali e ricercati, ma conditi ed insaporiti dalle sapienti mani di chi sa come cullare ed accarezzare orecchie in disuso. Una chitarra semi-acustica, un basso, una batteria e poco altro. Perchè non è che serva molto per essere sazi. L’atmosfera è tutto. In un disco, poi, è l’elemento essenziale. E’ ciò che lo fa salvare o cadere nello strapiombo che urla mentra barcolla sul filo sottile dell’appagamento durevole. Trame vocali che ricordano alcuni suoi gloriosi conterranei come i Notwist, canzoni che scivolano via in soleggiati pomeriggi domenicali come ghiaccioli d’estate, leggerezza e tocchi di classe che affascinano. Niente è più complesso della semplicità .

‘Kiss Goodnight’ e ‘How does it feel’ si fanno coraggio e penetrano come solo il miglior parmigiano reggiano sui maccheroni sa fare. In questo guazzabuglio di odori e sapori non poteva mancare la ciliegina sulla torta: ‘Goodmorning Stranger’ è il pezzo che i Coldplay non scriveranno mai più, una delicata ballata, incalzante, una melodia che uccide. Tutto ‘The brilliant masses’ è attraversato da una grazia e da un’ispirazione genuina che meritano ben altri scenari, ma il buon Tobias pare essere felice così, schivo ai riflettori e ai fatui luccichii se è vero che nel mezzo di ‘Capitulate’ canta: “Exclusion is a privilege, and i’m happy to be privileged”. Applausi per Monta.