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Gocce digitali che cadono dentro piccole istantanee dai ritmi precisi e dalle melodie studiate per colpire in cuffia. Questo disco è pieno d’acqua gelida: tantissimi particolari, minuscoli, loop, ‘giochi elettronici’ curati da mani esperte. 23 minuti di musica in cui Arnoux, al secolo Fabio Arnosti, distorce, piega, dilata, ferma e addolcisce le sue idee e la sua visione del mondo. Già altre volte abbiamo raccontato in precedenza dell’ottimo lavoro dietro le produzioni della Knifeville e “Cascades” è l’ennesima prova di alta professionalità . Nello specifico sembra di ascoltare una versione ancora più “elettronificata” e strumentale dei Notwist. Qualcosa di angelico e demoniaco; inesistente eppure sostanzioso come dieci chili di carne tritata: superati i due minuti di “A Secret Dance By Isadora Duncan” i micro-battiti elettronici rendono molto meglio l’idea rispetto a queste parole. La pronuncia in inglese dei testi non è impeccabile (anzi), ma la musica, con quelle ondate acustiche, stravolte da buonissime intuizioni computeristiche fa dimenticare queste sfumature. Disco da godere in spazi chiusi, come già detto in cuffia, o in macchina, per non perdere neanche un battito di questa tribale e romantica poesia elettronica composta da otto tracce e milioni di gocce digitali. |
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