E intanto Bugo non sbaglia un film. O meglio, Bugo non sbaglia un concerto (anche se con quella faccia lì potrebbe benissimo fare l’attore). Una sicurezza: passano gli anni, passano i governi ma puoi essere certo che Bugo riesce ad offrire sempre buona musica e riesce pure a divertirti facendoti uscire dal locale con il sorriso sulle labbra – il che con i tempi che corrono non è cosa da poco.

Prendiamo ciò che si è potuto vedere all’Estragon di Bologna: accompagnato da una backing band che non sbaglia un colpo e che esteticamente pare una versione normalizzata dei Rockets, ha dato vita ad una performance tra autistico e artistico, tra sperimentazione e pop da classifica, tra cazzeggio e dedizione totale ed incondizionata alla causa. Un set perfetto basato sull’ultimo, favoloso “Contatti” (perchè un disco del genere non è riuscito a finire ai primi posti delle classifiche di vendita mentre music for dummies come quella di Giusy Ferreri, di Arisa o della vincitrice-di-Amici-che-non-mi-ricordo-come-cazzo-si-chiama dominano ogni chart? Ai posteri l’ardua sentenza…) con necessarie e salutari puntate nei superclassici, un set che sembra fatto apposta per ricordare ai presenti chi siamo, da dove veniamo e cosa saremo in futuro.

E chi storce il naso a prescindere e da un concerto di pop italiano si aspetta qualcosa di prevedibile è servito: Bugo prende la sua musica e la rivolta come un calzino, rendendola qualcosa così uguale eppure così diverso da quanto è possibile sentire su disco. “Futura” diventa uno space-trance rock che sembra uscito dalla penna dei Cluster in botta technopop, “Casalingo” sembra “Fight For Your Right To Party” suonata dagli LCD Soundsystem e scatena un’ovazione generale, con “C’è Crisi” si canta in coro, con “Love Boat” ci si commuove trattenendo a stento le lacrime, con La mano mia si ride di gusto e ci si rende conto definitivamente di quanto sia grande Bugo e di quanto l’universo musicale italiano debba ritenersi fortunato ad avere tra i suoi ranghi un personaggio del genere.

Un artista completo, in grado di padroneggiare generi musicali diversi e cambiare pelle quando meno te lo aspetti, in grado di stupire il (suo) pubblico forse senza nemmeno volerlo stupire veramente. A volte non si capisce se ci sia o ci faccia, ma Bugo è un bene prezioso, da conservare con cura e da sostenere incondizionatamente.

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