In “Behind” si gioca costantemente sul sottile equilibro tra livide malinconie e potenza sonica. Il Cd d’esordio degli Abulico da Napoli è un cielo nero gonfio di rabbia soffocata, incredulità  e chitarre laceranti che va a sfumare in un orizzonte pallido da riempire con dolci pennate. Tra l’oscurità  piena e il bianco di speranze vane, si canta di un anonimo grigio, mentre si riproducono in musica i graffi di una vita che viaggia nolente verso la direzione sbagliata. A livello strumentale, la band è davvero formidabile. Gli arrangiamenti e le trovate del quartetto sono gustosissime, tra il meglio che possiate trovate nell’indie rock italiano. Sembra di ascoltare dei Klimt 1918 infatuatisi dei Radiohead più chitarristici e dei primi Travis.

Non si può dire lo stesso delle liriche, non così interessanti come il corredo sonoro dell’album, liriche che esprimono uno spleen poco indagato, a volte dal gusto un po’ adolescenziale. Consigliamo agli Abulico di lavorare in futuro soprattutto su questo aspetto e dunque arrivare a dare una maggiore profondità  alla descrizione dei loro plumbei umori . D’altro canto però risulta piacevolissima l’interpretazione vocale di Alessandro, singer duttile (si passa da registri jeffbuckleyani ad altri che definirei quasi hard-rock) e sobriamente decadente. La ballata-fantasma “Not Time To Think The Past” prepara il terreno per brani che a volte sfoggiano un’armatura coriacea ma mostrano sempre carni dall’aspetto assai cagionevole e un volto delicato e tormentato. Tra questi pezzi in particolare ricordiamo “Destiny”, “Fixed”, “Betrayer” (bellissimo il deragliante finale a base di glaciali e svelte chitarre cold-wave), la dolente nenia di “Hide Me”, la pseudo-grungettosa “Life And Story Of J.M.” .

Così come il disco si apriva tra spettri esistenziali e ragnatele della coscienza, così in coda troviamo un’altra ballad vespertina ossia “Grey Sky”, più fosca inizialmente, più radiosa nella sua seconda metà , prima prigioniera di sottili strati di tastiere congelate e poi libera di esternare con fierezza la sua indole più elettrica. Non crediamo che “Behind” sia puro esercizio estetico, ma serve sostanza per rinvigorire una creatura dal pur bellissimo aspetto esteriore. Siamo sicuri che l’anima non manchi, ce n’è a palate in questo disco (così come un gran talento). Ma occorre trovare il modo per esprimerla meglio e trovare nei suoi recessi versi davvero poetici. Rimaniamo in attesa col cuore gonfio di speranza, perchè questa è una band dal grande potenziale che merita tutto il vostro affetto e la vostra attenzione.

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Behind [ Seahorse – 2009 ]
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Similar Artist: Klimt 1918, Radiohead, Travis, Jeff Buckley, Interpol, Pearl Jam Rating:
1. Not Time To Think The Past
2. Destiny
3. Fixed
4. Betrayer
5. Walking On My Road
6. A Sign
7. Tokyo Eyes
8. Hide Me
9. Life And Story Of JM
10. Leave Me Out
11. Days
12. Grey Sky