Sentire i Notwist dal vivo è un’esperienza soprannaturale.
Esci fuori dal locale diverso, consapevole che esiste musica che è in grado di entrarti dentro e scavare in profondità , fino ad entrarti nel cuore. Fino ad entrarti nell’anima. Fino a commuoverti e prosciugarti. Fino a prenderti e a portarti via, lontano da tutto e tutti. Non finiresti mai di ringraziarli per quanto ti hanno appena saputo regalare. Musica che riesce a dire tante cose con grazia e non con cattiveria.

Esci fuori dall’Estragon che in fondo non ti senti nulla di fronte a loro, capaci di far cose del genere pur pubblicando un disco nuovo ogni sei anni (o forse proprio per questo). Cura maniacale del dettaglio, suoni perfetti, un mix perfetto di strumentazione elettronica e strumentazione tradizionale (un tantino più rock dei loro standard, a dire il vero), improvvisazioni talmente lucide che paiono esser state concepite a tavolino eppure sono pur sempre improvvisazione in tutto e per tutto ““ come quando prima di eseguire “Pilot” si lanciano in una (per loro, per i loro dischi) inedita jam dub-house che riesce a far ballare un intero locale perso in viaggio che parte dai Kraftwerk ed arriva ai giorni nostri passando per Nick Drake e il jazz ““ con tutto ciò che ne consegue in termini di capacità  di regalare ulteriori emozioni al fortunato spettatore del concerto.

Nessuno oggi dal vivo suona come loro, nessuno regala emozioni come loro. Una setlist che ha pescato sia dal favoloso “Neon Golden” che dall’ultimo, altrettanto favoloso “The Devil, You + Me”, con puntate nel passato più remoto di “Shrink” ed ogni canzone che acquista vita propria, così uguale così diversa da come suona su disco. Quando Markus Acher canta “Pick Up The Phone” scende una lacrima, quando Martin Gretschmann controlla la parte elettronica utilizzando i controler per la Nintendo Wii si sorride di fronte alla sua figura drammatica di nerd con gli occhiali ma poi ci si chiede come faccia a fare tutto ciò con la stessa facilità  del nerd che spende i suoi giorni di fronte allo schermo del pc, ci si chiede come facciano i Notwist ad essere ciò che sono e ciò che spero saranno ancora a lungo.

Quando tutto termina vorresti tornare indietro, ma spesso tornare indietro non è possibile ed allora meglio godersi appieno il sapore che ti hanno lasciato le cose appena vissute e guardare avanti, pensando che finchè esisteranno gruppi come i Notwist ci sarà  ancora qualcuno in cui credere ciecamente.

Link:

THE NOTWIST su IndieForBunnies:

Photo Credit: Jörg Koopmann