Dan Snaith ci invita con “Swim” a nuotare nel suono. Il polistrumentista canadese ci spiazza nuovamente e dopo approcci psichedelici, krautrock e suoni folktronici torna alla sua vera passione: dettagli e movimento. Tre anni di distanza dall’uscita del suo ultimo lavoro “Andorra”, che sembrano tre anni luce. Tre anni per un nuovo cambio di tendenza che riporta Caribou alla dance music. Ritorno ad un’elettronica di loop vocali e cowbells, dove tutto è studiato nei minimi particolari dall’ex Manitoba.

Quello di “Swim” è un perfezionismo da matematico-Snaith, musicista che compone per se stesso e che paga un tributo alle sue passioni anche nel titolo (il riferimento all’acqua, ai fluidi e al nuoto, che pare abbia negli ultimi anni ´ossessionato ´ l’autore) il quale tuttavia non trasforma l’album in un insieme asettico e depressivo. Snaith, che ambisce a riprodurre suoni ´liquidi ´ piuttosto che metallici, ci fa immergere in apnea nel suo mondo estatico ed evocativo. L’impressione è ad un primo ascolto quella di immergersi in acqua fredda ma “Swim” risulta nel suo complesso un album ispirato ed estremamente godibile. Testi e melodie in secondo piano, tutto a vantaggio del flusso sonoro. Le stralunate vocalizzazioni ci ricordano spesso e volentieri l’approccio all’elettronica di Erlend Oye (“Leave House” e “Odessa”), per un insieme che sa un po’ di Animal Collective e si completa grazie a collaborazioni eccellenti con musicisti del calibro di Kieran Hebden (Four Tet), Luke LaLond (Born Ruffians), Marshall Allen (Sun Ra), oltre che del connazionale “‘junior boy’ Jeremy Greenspan.

Trascendentale “Kaili”, più indulgente sulle melodie la bella “Leave House” e azzeccato il singolo “Odessa”, pirotecniche girandole d’elettronica aggiunte a quel ritmo un po’ ruffiano che ci constringe a tamburellare con le dita persino stando seduti alla scrivania.
Vivamente sconsigliati ai fan di “Andorra” (tra cui la sottoscritta) paragoni azzardati col precedente album.

Snaith si conferma un musicista completo, “Swim” un album piacevole e ben congegnato. Ci si immerge volentieri nelle atmosfere cerebrali di Caribou per lasciarsi trasportare dalla corrente. La direzione- nostra come della prossima evoluzione musicale di Snaith- non ci è dato saperla ma il suono, comunque vada, ci terrà  a galla.

Cover Album

Swim
[ City Slang – 2010 ]
Similar Artist: Four Tet, Animal Collective, Panda Bear, Yesayer
Rating:
1. Odessa
2. Sun
3. Kaili
4. Found Out
5. Bowls
6. Leave House
7. Hannibal
8. Lalibela
9. Jamelia