“L’Inesatto” è il disco d’esordio dei Vanderlei ed uscito il 19 Ottobre, sotto l’egidia artistica di Paolo Benvegnù, alla produzione. Un connubio artistico maturato nel corso del 2009.
L’album pubblicato dall’etichetta indipendente di Roma CinicoDisincanto e segue, a due anni di distanza, l’EP “1234” debutto assoluto per la band emiliana.

I Vanderlei nascono a Bologna, dalle ceneri dei Kybbutz, gruppo underground con un discreto seguito nel bolognese. Nel 2005 i Kybbutz diventano Vanderlei e quasi subito vengono riconosciuti come una delle migliori dieci band dell’Emilia Romagna, al MEI di Faenza.
Oggi i Vanderlei sono Cristian Volpi (voce e chitarra), Massimo Gandolfi (chitarra), Stefano Franchi (chitarra), Piero Gualandi (basso) e Vincenzo Matozza (batteria).

“L’Inesatto” è rock scuro ed intenso, sia nel sound che nei testi introspettivi ed esistenziali. 9 pezzi che viaggiano in meraviglioso equilibrio fra melodia e discese abissali nel post-rock più profondo. Un sound a tratti lucido e riflessivo a tratti torbido ed elettrificato. Certo non è il momento del post-rock, ma la direzione presa rispecchia la volontà  del gruppo, di slegarsi da mode e tendenze musicali.

Visioni poetiche ma realisticamente attuali (forse ciniche “…Scopami la mente metti un seme fra i miei lobi“…) rimandano alla penna graffiante degli Afterhours. Le tematiche riguardano l’amore sentimentale e carnale (“Pittori”), il fallimento (“L’Inesatto”), la rinascita nel cambiamento positivo (“Il Fascino Dell’Attimo”) e l’accettazione di sè.
Temi che i Vanderlei si portano impresse nel dna, fina dalla scenta del nome, omaggio all’atleta vincitore morale della maratona maschile alle Olimpiadi di Atene 2004 (Vanderlei, spinto accidentalmente da un tifoso, perse il primato in favore dell’italiano Baldini, ma esultò comunque sebbene relegato al 3 ° posto, dando grande esempio di sportività ).

La lunga maratona dei Vanderlei è cominciata con il piede giusto, di sicuro.

Recensione thanx to IndieRiviera