Tutti gli artisti devono superare la famigerata ricezione del secondo disco. Il terrore di ogni musicista in grado di produrre un buon hype con la sua prima uscita, è come la critica accoglierà  il suo successore. Se riprende le fila del debutto è scontato e prevedibile, mentre se sperimenta nuove sonorità  si tradisce quella che è l’essenza della propria musica. In poche parole, in entrambi i casi non c’è scampo. Eppure i Drums decidono di cambiare le carte in tavola e mantenere la propria impronta surf pop, attuando però ad un decisivo cambio di rotta, dato anche dai numerosi cambiamenti avvenuti in questo ultimo anno.

L’abbandono del chitarrista Adam Kessler, la sua sostituzione da parte del batterista Connor Hanwick (con conseguente drum machine al posto della batteria) e il passaggio di Graham ai synth hanno sicuramente portato ad un notevole cambio di sonorità , le quali acquisiscono un tocco elettronico e dai risvolti più dark. I Drums, si sa, non sono mai brillati per allegria, nonostante la loro musica potesse a prima vista suggerire il contrario. I testi hanno sempre avuto un retrogusto cupo, “‘curtisiano’, nettamente in contrasto con la parte strumentale (“Me and the Moon” e “Forever And Ever Amen” dal debutto S/T). Jonathan Pierce non si smentisce neppure in “Portamento”, dove è possibile riconoscere testi malinconici, agrodolci: And I believe, that when we die, we die / so let me love you tonight / let me love you tonight. La novità  sta nel fatto che le musiche rimarcano maggiormente questa malinconia, avvicinandosi ad atmosfere più alla Morrissey e compagni (“Days”, “I Don’t Know How to Love”, “If He Likes it, Let Him Do It”). Sono presenti brani dalla freschezza delle origini (“How it Ended”, “Book of Revelation”), atmosfere più nevrotiche come in “What You Were” e un pizzico di elettronica (“Hard to Love”). Non mancano i passi falsi, come l’indugiare elettronico di “Searching for Heaven”, che si disperde risultando parecchio insipida. Alla fine dei conti però, è doveroso riconoscere che i the Drums si sono dimostrati in grado di maturare, superando degnamente il grande ostacolo del sophomore album. Ebbravi.

Portamento
[ Moshi Moshi – 2011 ]
Similar Artist: The Smiths, The Legends, Surfer Blood
Rating:
1. Book Of Revelation
2. Days
3. What You Were
4. Money
5. Hard To Love
6. I Don’t Know How To Love
7. Searching For Heaven
8. Please Don’t Leave
9. If He Likes It Let Him Do It
10. I Need A Doctor
11. In The Cold
12. How It Ended