Svolta dantesca per i Piet Mondrian, che tentano un cambio di direzione accompagnato anche da un turnover nei componenti (Baldini ha voluto modificare un po’ le carte in tavola). “Misantropicana” ha lasciato un’immagine molto intellettualoide della formazione toscana, vicina per ispirazione testuale a quei Baustelle un po’ hipster che hanno fatto la fortuna di un nutrito stuolo di imitatori. Il sound era comunque già  imbevuto di new wave rinnovata ai linguaggi di oggi, ma senza l’acidità  e l’essere pacchiano di questo “Purgatorio”.

Sostanzialmente dove si arrivava quasi alle fredde atmosfere dei Joy Division, oggi ci si ferma alle linee vocali più insofferenti di Miro Sassolini; dove un minimo di radiofonicità  wave elettrica teneva in piedi i brani meno originali, oggi abbiamo un continuo proporsi di radici blues in salsa moderna, attenuato da alcuni momenti più alternative rock di derivazione.
Ma l’evoluzione ha toccato nel profondo l’animo dei Piet Mondrian, che si ritrovano sicuramente nobilitati dalle nuove caratteristiche date al gruppo: i pezzi sono più “pesanti” ma più completi, dove la complessità  dona anche senso alle tematiche trattate. Una serietà  così ostentata non si poteva sposare bene con le piccole tracce di pop disseminate un po’ dovunque in “Misantropicana”.

“Accidia”, “Gola” e “Ira” si trasformano in un elegante trittico che nel collegare il significato dei tre vizi capitali, inestirpabili dall’uomo come lo sono anche alcune virtù, specificano tutto il campo d’azione del disco. Sembra in alcuni momenti (“Lussuria”, “Superbia”) che riferendosi alle masse si possa disperdere il decoro delle ottime liriche in una sorta di qualunquismo come piace a tutte le nuove band italiane (Ministri, Teatro degli Orrori, ecc.); ma non si tratta di fare la predica, qui si tratta di rintracciare il malessere di un insieme di persone, descrivere come vengono viziate e corrotte le loro vite da queste forze infernali che nelle opere dantesche furono inscenate con tanto vigore. Ci si riesce, grazie appunto anche alla profondità  dei testi; più evanescenti invece gli arrangiamenti, un pochino intricati in certi momenti (“Avarizia”), più stilizzati ma comunque vagamente informi (“Paradiso Terrestre”), nei momenti più sostenuti.

“Purgatorio” è un bel disco, ma nulla di trascendentale. E’ inalterata la passione per i bei testi di Baldini, composti con immensa cura, come la qualità  strumentale dei nuovi elementi garantisce ancora quel velo di ansia e cinismo dark wave che li inondava prima. A non tenere banco, in certi frammenti, è proprio l’impalpabilità  di alcuni passaggi che tendono ad appesantirsi e a farsi rincorrere da ingiustificate complicazioni nel songwriting. Non siamo fan della semplicità , ma diciamo che in questo disco il suo opposto convince in parte. Comunque un lavoro ben al di sopra della linea della sufficienza.

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Purgatorio
[ Urtovox – 2011 ]
Similar Artist: Baustelle, Diaframma, Joy Division
Rating:
1. Paradiso Terrestre
2. Gola
3. Lussuria
4. Accidia
5. Avarizia
6. Ira
7. Invidia
8. Superbia
9. Antipurgatorio