Nordic Nomadic
Worldwide Skyline

Nordic Nomadic è l’alter ego dietro cui ama nascondersi Chad Ross, cantante e chitarrista dei Quest For Fire, nelle sue uscite (quasi) soliste. Un progetto nato per caso, durante un tour al seguito dei Pink Mountaintops armato solo della fedele chitarra acustica, e arrivato ormai al secondo disco dopo l’esordio omonimo uscito per l’etichetta canadese Blue Fog Recordings nel 2007.

C’è un po’ di tutto in queste nove canzoni, registrate con l’aiuto di Paul Aucoin (Sloan, Arcade Fire) al vibrafono. Digressioni bucoliche tra il Neil Young di Zuma (“The Soft Way”, “The Things You Lost”) e lo spirito armonico di Jason Simon (“The Future’s Fear”, “Bite To Chew”) con qualche tocco alla Pink Floyd per andare sul sicuro; sane cavalcate dai toni psichedelico- allucinati (“Worldwide Skyline”); pezzi che non avrebbero sfigurato sul primo (“Growin’ Horns”) o secondo (“Listen To The Leaves”) lavoro dei Fire. Volumi bassi, umore contemplativo e un suono compatto che coinvolge ma non stravolge, preferendo il languore di certe atmosfere autunnali, tra pioggerelline e foglie morte che cadono dolcemente per terra, al solleone d’agosto. Niente è come sembra, nel mondo distorto di Mr Ross: l’amore è un’arma a doppio taglio (“Take Your Heart To The End”) e l’estate, anche quando fa inaspettatamente capolino (“Summer Friends”), è quella nostalgica delle spiagge poco affollate, dei giocattoli dimenticati in un angolo poco prima di ripartire, degli ombrelloni chiusi e delle sdraio ripiegate, lo sguardo perso in giornate soffocanti che sembrano non passare mai ma (chissà  perchè) finiscono sempre troppo presto.

Non è un album per tutte le orecchie e ogni palato, “Worldwide Skyline”. L’atmosfera di cupo e dolce disincanto che lo pervade potrebbe risultare pesante, noiosa o deprimente. Ma, se ti prende nel momento giusto, non dà  scampo e per questo si merita una mezza stella in più.