Ci sono canzoni che prendono per mano, piccole code di note che sanno di abbandono e rassegnazione. Allora molli gli ormeggi delle tue resistenze e lentalmente volteggi al vento, come un palloncino ad elio che pare arrendersi al cielo. Pennellate delicate che sfumano nella poesia semplice, quella che porti nelle tasche e negli occhi sempre con te. ” A piedi nudi sui vetri” è uno di quei miracoli soffusi che strisciano piano nei silenzi ed affondano il colpo, mascherando il dolore con una carezza. E allora non fa male, si è già  oltre la soglia delle futili resistenze da opporre all’ineluttabile malinconia. In quelle stesse note, ancora meglio nascosto, c’è un anelito di ottimismo, come se tornare a casa potesse lenire tutto e mettere in formaldeide ogni ferita ancora aperta.

“Ogni cosa al suo posto”, nuovo lavoro dei napoletani EPO, va preso dal lato puramente emotivo per quello che riesce ad esprimere senza inchinarsi al volere delle mode che fanno “cool” il panorama indipendente della musica italiana. Non tutte le canzoni sono come fontane di emozioni profonde, tra guizzi di romanticismo che ti fanno venir voglia di innamorarti di nuovo nonostante le mille sconfitte (Tutto quello che ho di me) e rari episodi quasi uptempo (Nastro isolante); alcune sono come pagine di un diario ideale che il cantante Ciro Tuzzi ha impresso in musica con un gusto per le tonalità  autunnali, altre sono piccoli scrigni di malinconia da custodire gelosamente. Si vede che i tre ragazzi partenopei non sono più dei ragazzini, si confrontano con qualcosa di più “alto”, senza timori reverenziali per quelli che considerano i propri nomi tutelari (Elbow e un certo tipo di cantautorato americano).

Eppure nulla è lasciato al caso, il lavoro di cesello sugli arrangiamenti è minuzioso, il suono semplice e corposo al tempo stesso è frutto di una grande attenzione ai minimi dettagli che non snatura la natura diretta dei brani. “Ogni cosa è al suo posto” è come un’elegante nuvola color perla che si muove elegante nel cielo, che col passare dei minuti (e degli ascolti) svela piccoli particolari di sè che uno sguardo affrettato potrebbe non mettere in luce. Un gran bel disco in cui entrare con calma, che mette il cuore prima di tutto, regalando emozioni forti e umori languidi che sarebbe delittuoso sprecare in qualsiasi altro modo.

Ogni Cosa E’ Al Suo Posto
[ Polosud – 2012 ]
Similar Artist: Elbow, Paolo Benvegnù, J. Tillman
Rating:
1. Nastro isolante
2. Venere
3. Perdermi
4. Animali fragili
5. Nove secondi di oblio
6. Stand up
7. Un fuoco
8. A piedi nudi sui vetri
9. Notte doce
10. Tutto quello che ho di me