Immaginate un mondo in cui Justin Timberlake non finisca nelle grinfie di un produttore progressivamente meno accorto come Timbaland dopo l’esordio in una boy band. Immaginate un Justin Timberlake laureato in Filosofia, che fa ricerca a Bonn e si occupa di idealismo post-kantiano. Oppure, semplicemente, immaginate un Justin Timberlake depresso: otterreste un profilo molto simile a quello di Tom Krell/How to Dress Well.

Se il suo falsetto non vi ha convinto ai tempi “Love Remains”, è difficile che possa farlo adesso, con il rischio di perdervi un disco che nasce da un’esplicita malinconia e muore in un nobile risultato. Il ragazzo ha ragione quando sostiene che la categoria di indie r’n’b non esiste ed è buona solo per la clientela di UO; resta da capire come definirla altrimenti. Insieme ai colleghi Frank Ocean e The Weeknd, Tom Krell sta perfezionando un’efficace commistione tra quell’r&b a tratti effeminato e lacrimevole e uno sporchissimo autodidattismo.

Marcando una distanza dall’erudizione enciclopedica del primo e del «sacro impeto di farsele tutte» del secondo, How to Dress Well si ritira nel privato per parlare di perdite (non a caso il titolo del disco) arrivando a parare in territori meno traumatici di Perfume Genius ma egualmente commoventi. è l’unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere “Set it Right” in cui fa un elenco di tutte le persone che gli mancano e gli sono morte attorno, riagganciandosi alla tradizione dell’oversharing (vedi anche denudarti in pubblico) che stavolta non fa danni. Lo stesso vale per “Talking to you” e “When I was in Trouble”.

C’è un’oggettiva tendenza alla litania in “Total Loss”, controbilanciata da episodi deliziosi come “& It Was You” (ah Janet Jackson) e una notturna e nervosissima “‘Cold Nites’ che rientra tra i singoli più interessanti del 2012. L’onestà  è molto importante per Tom Krell dato che alla fine di “Set it right” canta: Coz’ being true to you / I’m true to me too.

Essere ‘vero e credibile’ è un principio abusato che nel mondo dell’hip hop finisce spesso per ridursi a macchietta. Eppure non so perchè stavolta ci ho creduto. Sarà  perchè How to Dress Well lo usa a proposito di una madre piuttosto che di una faida, sarà  perchè me lo dice con quel tono da bestia ferita. Sarà  perchè ascoltando “Total Loss” la depressione di Justin Timberlake mi è venuta in mente più di una volta costringendomi ad ammettere che qualcosa sta cambiando: non solo nel mio modo di usare l’espressione r&b, ma anche di innamorarmi al riguardo.