“Regions of light and sound of God” è un viaggio nello spazio. E si sa, nello spazio c’è di tutto.
A qualcuno piace sognare e farsi viaggi in mondi che non esistono, e non serve assumere droghe. Poi se questo qualcuno si mette a comporre, ne escono fuori melodie eteree, leggermente tristi e, appunto, spaziali. Il che sarebbe molto bello se facessi musica ambient o comunque non facessi parte anche di gruppi di una certa reputazione a livello mondiale. Sto scherzando ovviamente.

Jim James è al primo album da solista, ispirato da un libro intitolato “God’s Man”, da cui è stato folgorato e per il quale ha tentato di scrivere una pseudo colonna sonora. “Regions of light and sound of God” ha un suo per che, in fondo, ed è abbastanza concettuale. Un incipit (“State Of The Art (A.E.I.O.U”) che ti fa restare imbambolato come davanti ad un miraggio nella calura del deserto: un brano lento in climax che ti fa venire voglia di sapere se l’oasi non è solo un miraggio. Un momento: non ci sono oasi nello spazio”…I followed all the wrong dreams.

E da qui in poi cominciano le sperimentazioni deliranti che non hanno niente a che vedere con la struttura canzone dominante, che non si discosta poi più di tanto dallo standard del suo passato. Certo, i My Morning Jacket sono ben altra cosa, indescrivibili, non incasellabili in generi facilmente riconoscibili. Jim ha un animo psichedelico, ma non ne sfrutta tutte le potenzialità , ed è costretto a campionare violini e beat sull’orlo dell’inutile per metà  del disco. Per l’altra metà , quando tiene i piedi per terra e non cerca chissà  quale pianeta della Via Lattea, sforna gioiellini come “Exploding” (best track, minimalista da far spavento, chitarra e archi, stile Nick Drake), opere filmiche come “Actress” (ho notato dopo il titolo, paragone non volontario), o ancora canzoni che nascono folk-pop e delirano verso la fine in vocalizzi alla Patrick Wolf (stiamo parlando della portentosa “A new life”).

Un disco corto ma intenso, a tratti importante, a tratti da cestinare. Facendo la media è un buon disco, perchè c’è di tutto, perfino qualcosa di prog (senza esagerare). Consiglio spassionato: rimaniamo con i piedi per terra.
Punto epico dell’album: l’assolo di chitarra con effetto alla My Bloody Valentine (non fraintendetemi, SOLO l’effetto) all’interno di “Dear one”, brano che per il resto è Peter Gabriel.

  • Website
  • BUY HERE
Regions Of Light And Sound Of God
[ V2 – 2013 ]
Similar Artist: Genesis, My Morning Jacket
Rating:
1. State of the art (A.E.I.O.U)
2. Know til now
3. Dear one
4. A new life
5. Exploding
6. Of the mother again
7. Actress
8. All is forgiven
9. God’s love to deliver