Tornare a parlare di una delle personalità  più multiformi e incisive della musica elettronica degli anni zero, e della sua quarta fatica in studio, sapevamo che non sarebbe mai stato compito semplice, soprattutto contando che l’ultimo album “Swim” era entrato di diritto fra i “‘manifesti’ della nuova soft-IDM, e il nome Caribou aveva iniziato ad essere sempre di più sulle labbra di tutti anche di quei (pochi) che ancora non ne erano a conoscenza. Eppure l’impressione è che l’infaticabile Daniel Victor Snaith (che nel frattempo ha trovato il modo di far uscire un ulteriore lavoro come “Daphni” nel 2013) si sia scrollato di dosso ogni pressione arrivando al nuovo “Our Love” con tanto da raccontare e con una maturità  artistica rinnovata che trasuda da ogni beat e da ogni singola nota di questo viaggio sonoro. La cura nei suoni e negli arrangiamenti, punto focale di ogni lavoro made in Caribou, sorprende per la delicata coerenza che accompagna tutta la tracklist, quasi come una vera e propria firma su un romanzo d’autore.

La opening “Can’t Do Without You” ondeggia sulla morbida ossessività  degli immancabili loop vocali, marchio di fabbrica del nostro Snaith, in un’atmosfera a metà  strada tra le suggestioni del synth pop spessatamente anni ottanta e le visioni futuristiche della new-electronic-soul; il trittico successivo è un crescendo di emozioni che passando dal beat claustrofobico di “Silver” alla mistica dub ReB di “All I Ever Need”, il gioiello grezzo dell’intero lavoro, arriva d’un fiato alla title-track “Our Love” vero e proprio inno generazionale racchiuso nella semplicità  di due parole appena sussurrate. I semi-skit “Dive” e “Julia Brightly” fanno da cornice all’ outsider “Second Chance”, che vede tra le altre cose la partecipazione della talentuosissima Jessy Lanza giovane promessa canadese nominata al “‘Polaris Prize’ nel 2013, traccia che mostra la palese influenza hip-hop e Re B che come un filo d’Arianna accompagna l’intero album.

Rapidi si scivola nella ipnosi tribale di “Mars”, un groviglio di ritmo martellante e visioni sciamaniche, picco massimo della climax discendente (per sonorità  non certo per intensità ) che porterà  alle due tracce conclusive “Back Home”, toccante nella sua brevità  e “Your Love Will Set You Free” un’ultima perla che strizza nuovamente entrambi gli occhi alla dance dei primi eighties lasciando l’impressione di star sentendo la propria canzone del cuore eppure di non averla mai ascolta prima di allora. “Our Love” è un disco diretto, identitario, un intimo racconto elettronico che parla di sè ma che non fatica a cucirsi su ognuno di noi, confermando Caribou come uno degli interpreti più raffinati e artisticamente validi dell’intero panorama mondiale.