Tutte le cose che sono, sono luce

Mi piace pensare di accostare una frase di un filosofo di secoli fa, Scoto Eriugena, ad un disco che illumina, e con il suo bagliore ha la capacità  di avere infinite sfumature, colori, sapori. “Uomo Donna” di Andrea Laszlo De Simone è il prisma riflettente di questo 2017 e difficilmente altro potrà  farmi cambiare idea.

Ogni suono, idea, incontro, persona, storia è perfettamente incastrata in un’altra che a sua volta si abbraccia, in un turbine di narrazioni che rivestono le lunghissime canzoni di un’ aurea quasi mistica.

Frank Zappa ha definito il giornalista musicale come: people who can’t write interviewing people who can’t talk for people who can’t read, le parole di quel fottuto genio le prendo e nel mio racconto di questo disco c’è poco di giornalistico e oggettivo. “Uomo Donna” è un flusso di pensieri, Andrea Laszlo De Simone è il Joyce della canzone italiana contemporanea. Nel suo suono recuperiamo i concetti di un Battisti sperimentatore, nell’uso dei cori e seconde voci c’è l’influenza di Dalla e nel contorno strumentale c’è un pochino di Franco Battiato.

Il modo di registrare è puramente anni “’60-’70, i testi sono delle pennellate di classicismo e novità : i pezzi complessivamente sono delle vere meraviglie, la sensazione provata durante l’ascolto del disco è stata quella di trovarsi davanti ad una casa di campagna dove ogni tanto le luci si accendono e spengono e noi rimaniamo assorti da una danza che ci rende tanto estraniati quanto partecipi, e magari vogliosi di conoscere le storie degli abitanti della casa. Il disco è uno sguardo su amori, paure, donne e storie che spezza l’anima.

La sua poetica, perlomeno dal puro punto di vista estetico, mi sembra vicina a quella di Stan Brakhage, innovativo filmaker statunitense. L’ossessione del regista è tutta basata su una ricerca della luce, rintracciare un sforzo spasmodico di Laszlo per scoprire le sfumature delle canzoni, tocchi brevi di colore, accordi in secondo piano che rendono la cornice di un disco estremamente intensa.

Con “Vieni A Salvarmi” e “La Guerra dei Baci” l’hype è stato servito alcune settimane fa, oggi sappiamo che questo misterioso cantautore va oltre la semplice curiosità .

In due pezzi che incarnano le ecletticità  e i numerosi spunti di Andrea sono rintracciabili in due pezzi: “Questo Non è Amore”, pezzo più breve o quasi del disco e “Sogno L’Amore”. Come vedete anche i titoli mostrano una certa classicità , ma “Uomo Donna” ci ricorda che quando classico, moderno, contemporaneo, obsoleto, necessario, amore e odio si incontrano tutto esplode in pura meraviglia.

Credit Foto: Ivana Noto