Quando si esce da un gruppo di buona qualità  ma di scarso successo discografico – come gli Howling Bells ““ e con l’anima musicale ancora confusa si cerca la svolta, si rischia di strafare, l’idea può rimanere incompiuta. Nonostante una grande tecnica vocale, Juanita Stein forse stecca questo esordio da solista. Non punge, ma lancia delle briciole per la strada, che le saranno utili per il suo percorso.

Il nuovo album, “America”, è composto da 11 tracce – forse troppe – delle quali le prime tre (“Florence”, “Dark Horse” e “Black Winds”) sono molto valide. Il country ha qui un sapore tra il vecchio ed il nuovo; il sound è molto curato, sembra quasi che i tre brani siano pronti per un film di Tarantino e questo non è un buon segno perchè sovraccarica un album già  rischioso per come è concepito. Troppo spezzettato e con aspettative altissime, “America” si perde poi nell’anonimato di un folk reintrepretato alla ricerca di una hit forzata (“Someone Else’s Dime”) senza trovarla, ma contaminando, con un pop banale, il flusso musicale che si era creato grazie all’iniziale tocco country.

C’è poi da aggiungere che quando si cerca di fare un album sperimentale e multigenere, o si hanno le spalle grandi e la promozione del prodotto è bella decisa o non si possono inserire tracce con un ritmo in valzer come quello di “It’s All Wrong”, una scelta senza significato nel quadro totale del disco.

Con “Cold comfort” si torna al puro country e questo conferma che sarebbe stato forse più azzeccato fare uscire due ep da sei pezzi: uno con i primi quattro brani e “Cold comfort” e l’altro con i brani da “Stargazer” a “Not Paradise”. Questa scelta avrebbe prodotto due ep commercialmente più efficaci.

Il problema di questo genere misto che tocca più frange musicali, specialmente se interpretato da una voce femminile, è che rischia di schiacciare tutti i brani su una linea piatta.
“America”, se ascoltato con accuratezza, è un lavoro fatto bene, con un suono curato, e la voce di Juanita alla fine spicca. Forse rimarrà  un album di nicchia, ma meglio un lavoro che conquista il suo angolino rispetto ad un fugace successo che finisce poi per reimmergersi nel marasma discografico.