Ci s’immagina che, quando arriva una tempesta,   questa porti con sè una scia di cambiamenti, anche traumatici. Ma nel nuovo disco dei Turin Brakes è invisibile fn dal titolo, a tal punto che pare proprio non sia nemmeno arrivata, visto che il quartetto londinese va avanti per la solita strada, in cui le novità  musicali non fanno parte del menù del giorno.

Tutto procede come sempre, con discrete suggestioni pop-rock (a tratti telefonate e più o meno di facile lettura, capaci di funzionare mentre in altri momenti risultano solo banalotte e nulla più) con quella classica virata nel folk che rassicura i fan della band. Non c’è molto altro d’aggiungere nel commentare un disco senza rischi, che scorre per lo più su binari fin troppo classici, conosciuti e rassicuranti, tranne forse che nella cinematografica “Smoke & Mirror” che, paradossalmente, li avvicina ad una band che, a suo tempo, come loro, era inserita nel New Acoustic Movement, ovvero Ben & Jason.

Che tutto sia fatto con estrema eleganza e mano sicura da veterani, non ci fa cambiare più di tanto il giudizio. Solo per fan e per chi vuole passare una quarantina di minuti con un sottofondo morbido e disimpegnato.