Terminata qualche anno fa l’esperienza nel duo Lovecats, Adele Nigro ha aperto nuove vie e si è concentrata su questo nuovo progetto, gli Any Other, realizzando, nel 2015, il primo album, “Silently. Quietly. Going Away”, che ha ottenuto ottimi riscontri dalla critica e dal pubblico.

La musicista veronese, ma ora di stanza a Milano aveva recuperato sonorità  care agli anni ’90, con paragoni lusinghieri con band come Built To Spill e Pavement che non erano tardati ad arrivare, grazie alla buona qualità  del prodotto.

Questo weekend, dopo tre anni di tour in giro per l’Italia e per l’Europa (con la partecipazione anche al prestigioso Primavera Soud di Barcelona) e le esperienze in Halfalib, il progetto di Marco Giudici, il bassista degli Any Other, e nella band di Colapesce, Adele pubblica il secondo album del suo progetto principale, stavolta supportata dalla prestigiosa 42 Records, una delle più importanti e apprezzate indie-label del nostro paese.

Pronti per partire per un lungo tour europeo, che toccherà  Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Francia e Regno Unito, gli Any Other hanno in dotazione questo nuovo disco che li porta su territori ancora differenti: fresco, leggero, ma mai banale, “Two, Geography”, non nasconde i suoi sentimenti, anzi preferisce metterli in evidenza.

“A Grade” ci mette davanti a una notevole complessità  chitarristica, che ci riporta in mente i Buckley padre e figlio proprio per la classe e lo stile con cui è eseguita: l’intensità  non viene mai a mancare e il suono del sax impreziosisce ulteriormente il brano.

La grande qualità  non manca nemmeno in “Breastbone”, dove i gentili arpeggi, supportati dal violino e da delicate percussioni, sanno dare un senso di raffinatezza dal profumo jazzy: se vogliamo fare un paragone moderno, Ryley Walker pare essere molto vicino a questo brano.

“Perkins” sembra portarci su semplici e morbidi territori folk, prima che l’entrata della chitarra elettrica e della batteria facciano scuotere il pezzo, donandogli un’intensità  rock.

Molto raffinato anche “Capricorn No”, che con il piano e le sue gentili e leggere percussioni, ci fa godere ancora di atmosfere jazz, prima di chiudersi in maniera più energica.

La passione e la sincerità  di “Geography”, infine, ci fanno letteralmente volare: deliziosa la strumentazione di questo brano, in particolare gli ottimi fiati che accompagnano la sempre gentile voce di Adele.

Un disco educato ed elegante, “Two, Geography” dimostra ancora una volta come il gruppo di stanza a Milano, nonostante la sua giovanissima età , sia dotato di classe e sappia regalare emozioni intense: un sophomore bello e decisamente convincente.