Quest’intervista doveva uscire esattamente circa 2 mesi fa, ma delle peripezie alquanto imprevedibili si sono imbattute tra me e il mio registratore. Era il 26 luglio scorso e  io presi un pomeriggio libero per raggiungere Ron Gallo prima del suo concerto al Circolo Magnolia di Segrate. Un concerto fantastico,che meraviglia…un concerto esperienziale. Ad ogni modo arrivai, presi una  birra e attesi l’arrivo di Ron. Eccolo, un po’…no, molto elettrizzata, lo raggiunsi sulle sedie sdraio, tipiche del Magnolia e iniziammo l’intervista. Tutto andò liscio e il concerto fu davvero emozionate. Tornai a Verona, carica di energia e pronta alla prossima avventura. Andai al lavoro il giorno dopo, lasciando l’intervista nel registratore a casa, per sbobinarla la sera. Ma, al mio ritorno,  trovai la porta forzata e tutta la mia casa a soqquadro. Un disastro, un disastro…ci misi una settimana per controllare che tutto fosse in casa, per scoprire che pochi oggetti di valore più affettivo che altro non c’erano più. Compreso il registratore. Ero dispiaciutissima. Un peccato, perchè mi era piaciuta tanto quest’intervista. Decisi quindi di andare in un mercatino delle pulci, durante il week end per vedere se trovavo qualcosa per rimpiazzare gli oggetti rubati. Trovo un banchetto con oggetti di elettronica, molto molto datati. e mentre frugo tra le chincaglierie trovo un registratore. Il destino! Il karma! Pensai. Lo portai a casa per caricarlo e per vedere se funzionava. E taac! Funzionava eccome, eccolo il mio nuovo compagno di avventure! Bene, lo collego al pc, tutto va controllo e ci sono delle registrazioni all’interno…bah sentiamo…non ci crederete ma era la mia voce!! Cacchio quello era il mio registratore!!

Tutto questo preambolo per farvi leggere finalmente, l’intervista che realizzai in una fresca sera d’estate.

Ciao Ron,come stai? Come ti senti? Come ti trovi qui in Italia?
Ah, molto bene per il momento. Sono riuscito anche a dedicare un po’ del tempo a me stesso per divertirmi, cosa che non riesco a fare molto spesso. Mangio del buon cibo, mangio non nel modo in cui mangio di solito (ride ndr), sono molto grato, ovunque siamo stati le persone erano davvero gentili. Ci siamo trovati sempre bene e sta andando alla grande…

Parlando proprio delle situazioni che ti circondano e in particolar modo della vita da tour…prima giravi con una band ora invece no, c’è qualche differenza?
In realtà  no, non molta. Alla fine siamo sempre gli stessi sul palco da circa 2 anni…credo che l’unica differenza sia che la band di prima in realtà  era più una ricerca di come funzionasse tutto questo mondo, mentre con i ragazzi adesso è stato un reiniziare ma con tutta l’esperienza e le conoscenza accumulate prima. Mi piace molto tutto il movimento, lo stile di vita che fai quando sei in tour..ma mi piace molto di più la quiete, la tranquillità . Quindi cerco di portarmela anche quando sono in tour.

E tu trai ispirazione dagli ambienti nella quale sei stato? adesso dalle città  che visiti?
Mmmh..mmhh… io penso che il paesaggio non c’entri molto con l’ispirazione, penso sia più una cosa interna a se stessi. Il fuori certo c’entra qualcosasi, ma con me non credo molto. L’ispirazione è più random e più interiore per quanto mi riguarda.

Visto che parli si emozioni interiori, tu senti diverse emozioni se sei su un palco ad un festival o ad un concerto più intimo, con meno pubblico oppure su un pick up?
Per me, bene o male, suonare in diverse situazioni è simile. Mi trovo che sono su un palco a suonare, ed è una delle situazioni più libere e libertarie di sempre. Quando sei sul palco, puoi semplicemente essere te stesso senza cercare di sembrare ciò che gli altri ti considerano e quindi è proprio li, sul momento che ti senti libero.
Chiaro, quando hai un pubblico,un audience molto vasta,l’energia che ti pervade è fortissima.
Però anche quando suoniamo per noi stessi,cerchiamo di suonare allo stesso modo.

Quando suoni lo strumento musicale è lo stesso? nel senso suonarlo in studio o ad un concerto?
Credo che suonare in studio ci sia una certa consapevolezza che il suono sia quello definitivo, perfetto. Mentre quando suoni ad un concerto, è una cosa del momento, quindi anche se ci sono delle sbavature, degli errori tutto passa…non c’è nulla che catturi quel momento…in studio c’è molta più pressione.

Hai sempre saputo che saresti stato un musicista?
Ahahha, non lo so tutt’ora. Non sono un musicista…è solo quello che faccio. Nessuno è quello che fa…tutto quello che faccio è creare un personaggio e riuscire a mantenere il carattere. Però no non pensavo sarei finito a fare il musicista e non so per quanto lo farò. La musica che è così inconstante.

Ho ascoltato il tuo nuovo album “Stardust Birthday Party”e lo sentito più energetico rispetto”Heavy Meta” e mi chiedevo se fossi io ad averlo percepito così o se è così, poi è molto più ’80s un po’ B-52s
Aaaaah, mi piacciono loro. C’è molto di più, è stato scritto come se fossimo una band (sono 2 anni che andiamo in giro assieme) ed è ecco da dove arriva tutta quell’energia. Cosa che non potevamo fare prima perchè facevamo traccia per traccia e non nel complesso, era davvero inorganico. Mentre qui con la band che suona dal vivo in studio. E si c’è sicuramente un tocco più 80s, sono attratto da quei suoni freaky and weird della fine degli anni ’70 inizio ’80. Punk, dance, new wave come appunto i B-52s, Talking Heads…portare dentro quello. Un ponte tra quella era e questa, con tutto quello che concerne la tecnologia e le stranezze di quegli anni. Però certo anche molta modernità , molto 2018…

Hai citato la tecnologia prima,credi che in qualche modo le nuove tecnologie abbiamo un impatto sulla musica?
Non importa, è importate come quello che ascolti tu che senti tu. Magari avere meno può essere migliore oppure al contrario. L’importante è come senti tu la musica.

E’ stata differente per te la registrazione tra “Heavy Meta” e questo? Nel senso che magari questa volta eri con più esperienza?
Si, quando abbiamo fatto “Heavy Met”a ero molto perso…era nuovo per me essere da solo e non più in una band, quindi si la persona che ha registrato questo nuovo album è una persona diversa, totalmente e sono sicuro che cambierà  anche andando avanti. Allo stesso tempo, però mi rendo conto di aver più consapevolezza di me stesso e di avere un po’ più chiaro dove sto andando.

Abbiamo parlato di sensazioni,di come funzionano per te l’ispirazione e stavo pensando ad un’intervista che ho realizzando qualche tempo fa al duo A Hawk and a Hacksaw in occasione del loro nuovo album “Forest Bathing”e mi chiedevo ai mai provato il Forest Bathing? praticamente entri nella foresta e ti ricarichi..
Aaaaaah! Figoooo, no mai provato ma mi piacerebbe!!

Te lo chiedo perchè ascoltando “OM” una delle canzoni che compongono il tuo album, sentendo la frase “..is your mind talking to you”, mi è venuta in mente questa pratica, come è avvenuta la scrittura di questo brano?

Abbiamo anche inziato a suonarla durante i concerti, con tanta gente che faceva molto rumore e quindi facevamo “OM” per riportare la quiete…quella canzone è proprio l’essenza del silenzio, della coscienza…abbiamo cercato di suonare una canzone che descrivesse il nostro essere primordiale, che è sempre li.

Cosa ti aspetti dal resto del tour?
Cerco di non averne, non vanno bene per nessuno le aspettative. Tanto la maggior parte delle volte, le aspettative sono sbagliate.

Ah, non ti hanno mai detto che assomigli a Donovan?
Aahhaha, no nessuno. Ne ho sentito parlare, conosco qualche sua canzone ma non ce l’ho molto presente.

Ultima domanda: qual’è il luogo che preferisci dove ascoltare musica?
Uhm. Amo ascoltare la musica mentre guido da solo o mentre cammino, con gli auricolari. Sicuramente amo ascoltrla mentre giro in bici.

Grazie mille e buon concerto!

Photo: Roberta / CC BY